Mina direttore artistico del prossimo Festival di Sanremo. Il figlio: «Si può fare»

15 Apr 2019 16:05 - di Elsa Corsini

L’inarrivabile Mina direttore artistico del Festival di Sanremo 2020 dopo l’era Baglioni? Non è una boutade né fantascienza. Ad aprire più di uno spiraglio è il figlio della tigre di Cremona, da oltre 40 anni lontana dai riflettori e dal piccolo schermo, Massimiliano Pani, produttore e arrangiatore dei suoi dischi. «Lavoriamo a un bel progetto per l’autunno» ha confessato al Messaggero e ha aggiunto: «Se la Rai le chiedesse di scegliere i brani in gara e le permettesse di mantenere la visione artistica, credo proprio che accetterebbe». Parole che accendono l’interesse mai spento per la più grande interprete della canzone italiana, oggi 79 anni, legata alle trasmissioni Rai più gloriose e con doti da talent scout indiscutibili. Difficilmente viale Mazzini potrà lasciarsi  sfuggire un’occasione storica per i 70 anni della kermesse sanremese.

Mina potrebbe mettere la firma sul prossimo Sanremo

Potrebbe essere lei, la più global delle star anche su YoutTube malgrado il suo buen retiro quarantennale, una volta tramontata l’ipotesi Paolo Conti e confermata la possibile conduzione di Amadeus, o a sorpresa di Beppe Fiorello, a elaborare il progetto artistico e a curare il cast sanremese. Mina, che è il nome più gettonato anche fra gli artisti più giovani che se la litigano nei duetti o per interpretare i loro brani, sarebbe perfetta dietro la macchina dell’Ariston che le garantirebbe di mettere la sua firma senza comparire. «Mina – aggiunge Massimiliano – guarda sempre con attenzione il Festival. Da lì ha preso tanti brani, penso alla sua interpretazione di La voce del silenzio del 1968 o a Oggi sono io del 1999. Ha grande cultura musicale. Ogni tanto mi dice “mi compri un disco di questo tizio?” Poco dopo si rivela un successo internazionale. È una fuoriclasse nell’intuire il potenziale prima degli altri».

Nella lunga intervista al quotidiano Massimiliano Pani spiega anche la scelta radicale di ritirarsi e abbandonare il grande schermo. «Lo fece quando si rese conto che la tv andava in una direzione a lei poco gradita. La musica in tv è usata come pretesto, invece per lei è anima, sangue e cuore», dice il figlio passando in rassegna i tanti no a collaborazioni ed eventi, mai compresi fino in fondo. «Dovrei fare un libro su quello che non ha voluto fare. Di tutto di più. È difficile far capire i suoi no, soprattutto agli stranieri. Mandano una proposta, lei rifiuta e loro triplicano la cifra economica, pensando che tutto abbia un prezzo. Per Mina, senza snobismo, la libertà è una prerogativa. Dice no a proposte hollywoodiane e sì al rapper Mondo Marcio o agli Afterhours, quando molti non li conoscevano».

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