Imbrattata la statua di Montanelli perché “razzista” e “pedofilo”. Delirio femminista a Milano

9 Mar 2019 17:19 - di Redazione

Al corteo dell’8 marzo a Milano alcune esaltate di “Non una di meno” hanno imbrattato con vernice rosa la statua di Indro Montanelli nei giardini pubblici. Già lo scorso anno il monumento dedicato al celebre giornalista era stato preso di mira dalle femministe che avevano definito Montanelli razzista e omofobo. Montanelli viene ritenuto “colpevole” per l’episodio della moglie bambina in Etiopia quando il giornalista aveva 24 anni. Un “orrore” secondo le femministe di Non una di meno che sulla loro pagina Fb hanno rivendicato l’atto vandalico. La statua stamattina è stata ripulita. Montanelli non ha mai nascosto questo episodio e lo ha raccontato lui stesso giustificandosi e raccontando di quando era ufficiale durante la guerra d’Etiopia. La ragazza aveva 12 anni e fu comprata da Montanelli che prese direttamente accordi dal padre secondo quella che era la cultura locale dell’epoca. Montanelli si è sempre difeso sottolineando che a 12 anni le ragazze africane si sposavano tranquillamente. In una intervita rilasciata a Enzo Biagi, Montanelli parla di questa moglie 12enne, dicendo: “Aveva dodici anni, ma non mi prendere per un Girolimoni, a dodici anni quelle lì erano gia’ donne. L’avevo comprata a Saganeiti assieme a un cavallo e un fucile, tutto a 500 lire. (…) Era un animalino docile, io gli misi su un tucul con dei polli. E poi ogni quindici giorni mi raggiungeva dovunque fossi insieme alle mogli degli altri ascari“. Violenta polemica sui social a proposito del gesto delle femministe tra chi accusa Montanelli di essere “pedofilo” e si augura che la statua venga abbattuta e chi più ragionevolmente cerca di contestualizzare l’episodio che non inficia il valore di Montanelli come giornalista e intellettuale.

 

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