Dio, patria, famiglia. Per Repubblica Meloni cita il fascismo, ma il motto risale a Mazzini (video)

31 Mar 2019 10:36 - di Vittoria Belmonte

Alcuni giornali hanno fatto notare che a Verona l’applausometro lo ha vinto Giorgia Meloni rispetto a Matteo Salvini. Dettagli. Altri giornali sono stati colpiti da particolari diversi, meglio se utili a “demonizzare” l’avversario. Repubblica, per esempio, ha messo in rete un video dell’intervento di Giorgia Meloni a Verona così titolato: “Meloni cita il fascismo: difenderemo Dio, patria e famiglia“.

Il lettore sprovveduto, o quello che si abbevera alle fandonie storiografiche di Monica Cirinnà, crederà che effettivamente Meloni abbia fatto riferimento a un motto fascista. Del resto il giornale di Enrico Mentana, Open, aveva rispolverato la biografia del gerarca Giovanni Battista Giuriati per dimostrare che il motto odiato dalla sinistra risale al bieco Ventennio. In realtà Giuriati raccomandava obbedienza a Dio e alla Patria (la famiglia era esclusa dalle sue raccomandazioni).

Ma allora, con buona pace di Repubblica e di Monica Cirinnà, chi è stato l’ideatore della triade che oggi ispira la destra sovranista? Angelo Panebianco, in un editoriale del 2016 sul Corriere della sera, spiegava che l’origine dell’espressione “Dio, patria e famiglia” risale addirittura a Giuseppe Mazzini.

Scriveva Panebianco: «Mazzini, spirito imbevuto di religiosità, pensava a una
nazione la cui saldezza fosse assicurata da un solido ancoraggio a valori
comunitari e nella quale la cittadinanza non fosse solo un catalogo di
diritti ma anche un insieme di doveri verso i consanguinei, verso la patria,
verso Dio». La formula “Dio, patria e famiglia” rinvia «a un ideale di
“buona società” nella quale le virtù civiche sono trasmesse da una
generazione all’altra grazie al calore e alla stabilità dei rapporti
famigliari, sono sostenute da salde credenze religiose e sono indirizzate a
tutelare il benessere, materiale e spirituale, della comunità allargata (la
patria). Quelle virtù civiche, inoltre, guidano, dandole un senso e una
prospettiva, la libertà personale».

Motto risorgimentale e non fascista, che il regime mussoliniano semmai riprese e amplificò nell’ambito della sua dottrina di uno “Stato organico”. Repubblica e la Cirinnà si rassegnino dunque anziché continuare a propagandare bufale storiche.

 

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  • Giuseppe Tolu 31 Marzo 2019

    Povera Repubblica!