Alla faccia dei romani, la Raggi assegna le prime 5 case popolari ai rom. Lollobrigida: inaccettabile

24 Gen 2019 10:48 - di Martino Della Costa

Dalla padella alla brace: per dare seguito allo smantellamento degli insediamenti abusivi di quelli che un gtempo venivano chiamati i nomadi, ma che ora sono più che stanziali nelle periferie capitoline come in quelle di tutte le altre città del Belpaese, al tavolo del buonismo d’accatto, quando si gioca la mano dell’assistenzialismo coatto, la giunta Raggi cala l’asso – e non è un bluff purtroppo – degli alloggi comunali, e come riporta in queste ore il Messaggero suo sito online, «i primi cinque appartamenti sono già stati assegnati, tocca solo fare il trasloco dalle roulotte. E altre 20 famiglie rom sono state ammesse alle graduatorie delle case popolari».

Campi nomadi da smantellare: e la Raggi assegna le case popolari ai rom

Dunque, per svuotare le baraccopoli dei rom e rottamare roulotte e mini-prefabbricati – insediamenti che vanno smantellati entro il 2021 – il Campidoglio si gioca la carta delle case comunali. La sindaca grillina non se la sente di partire dalle ruspe, e così, prodiga di soluzioni per chi vive nei container all’ombra del Cupolone, prova a partire dallo sconfinato campo della Barbuta, al confine tra Roma e Ciampino, dove risiede all’incirca il 13% della popolazione nomade della capitale, pari a 586 rom. Un provvedimento, quello della prima cittadina pentastellata, che segue le tante iniziative sbandierate in questi anni e varate a dispetto di riscontri nei fatti e dissenso dichiarato dell’opinione pubblica. Come riporta lo stesso quotidiano capitolino nell’ampio servizio dedicato alla spinosa questione, infatti, «in questi anni si è provato col “bonus casa”, cioè un contributo da 800 euro al mese per spingere i rom a prendere un appartamento in affitto. Ma perfino con la garanzia dell’amministrazione comunale, non si sono trovati proprietari di immobili disposti a cederli a chi veniva dai campi».

Al via le assegnazioni dopo il flop dei rimpatri finanziati dal Campidoglio

Così, dopo l’espediente – anch’esso deficitario – dei «rientri volontari assistiti», una perifrasi buonista così etichettata per edulcorare il decisionismo “cattivista” della linea della ruspa e per girare intorno il concetto di “rimpatrio”, il Campidoglio a maggioranza grillina dopo aver puntato sull’estero, torna a casa propria: letteralmente. Fallito il trasferimento coatto, sul modello francese, dei ritorni nei paesi d’origine finanziati da Palazzo Senatorio con l’elargizione di 3000 euro l’anno, distribuito un po’ per volta a chi rincasava in Romania, che si è risolto sostanzialmente in un flop – (come spiega infatti in modo circostanziato il Messaggero nel suo servizio, al progetto hanno aderito finora solo 6 fasmiglie, pari a 38 persone in tutto, una delle quali ha persono tentato di rientrare, salvo poi essere rimandata a Craiova quando il Campidoglio ha minacciato di congelare il sussidio) –, si torna a quanto già provò ad esperire la giunta Marino che, all’epoca del suo insediamento, ritirò una circolare menata dall’amministrazione Alemanno, che escludeva gli abitanti dei campi dalle liste d’attesa. Ora che la Raggi è alle strette; che in due anni deve chiudere i tre mega-campi de la Barbuta, la Monachina e  Castel Romano, insediamenti popolosi e pericolosi, i primi appartamenti sono stati consegnati. Con buona pace dei romani in lista d’attesa che posso solo sperare he le graduatorie non ammettano corsie preferenziali buoniste ed esterofile, e che al danno non si unisca pure la beffa…

Lollobrigida (FdI): «A Roma sono migliaia le famiglie italiane in grave difficoltà»

«Molto grave che il sindaco Raggi abbia aperto ai nomadi le graduatorie per l’assegnazione delle case popolari, consegnando già i primi cinque alloggi», dichiara tra indignazione e sgomento il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, che poi aggiunge: «A Roma sono migliaia le famiglie italiane in grave difficoltà che da anni aspettano una casa e che invece, proprio come accadeva con le vecchie amministrazioni capitoline della sinistra, si ritrovano scavalcate nei loro diritti rispetto a chi spesso vive ai limiti della legalità. Non si può pensare di risolvere l’emergenza baraccopoli sacrificando ancora una volta gli italiani perbene. Dopo il reddito di cittadinanza agli stranieri, ora anche questo», sottolinea l’esponente Fdi che poi conclude con l’appello e l’affondo finali: «La Lega e il ministro Salvini fermino questo scempio».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • roberto 25 Gennaio 2019

    é come lavare la testa all’asino. Possibile che non si abbia ancora capito dopo centinaia di anni di storia che i nomadi si fanno leggi proprie, non vogliono case in affitto, non vogliono pagare nulla,loro prendono solo, con le buone o con le cattive. Già Cervantes nel cinquecento diceva che erano ladri , nascevano e morivano ladri. Ora le case a loro assegnate verranno da loro vandalizzate ( vedere come tengono i loro campi) o meglio ancora subaffittate, alla faccia dei creduloni e dei pentastellati.

  • Incazzato nero 24 Gennaio 2019

    Complimenti ai 5 stalle….fate schifo. Guardatevi allo specchio e nascondetevi

  • Marilena 24 Gennaio 2019

    Vergognati!! Sei sicura che sei italiana?!

  • Giuseppe Tolu 24 Gennaio 2019

    Mai avuto un cervello questa signora, e a romani in lista da chissà quanto tempo? Chissà si ricordino alle prossime votazioni