Renzi vittima di “Scherzi a parte”: e la supercazzola non gli va proprio giù (VIDEO)

1 Dic 2018 10:09 - di Giulia Melodia

Aveva evocato Scherzi a parte in un suo discorso senatorio, affibbiando il ridicolo e il beffardo del format a una delle tante iniziative di governo; ma dato che si sa, che di affondo ironico ferisce, di sferzata grottesca, perisce, eccolo Renzi, alla resa dei conti mediatica, protagonista e vittima di Scherzi a parte: nel mirino finiscono lui e il suo documentario su Firenze...

Matteo Renzi vittima di “Scherzi a parte”

Proprio così, la quarta puntata di Scherzi a Parte si apre con una gigantesca montatura ai danni dell’ex sindaco di Firenze, che lascia capire subito, sin dalle prime sequenze, che il rospo da mandare giù non sarà tanto facile da ingoiare per l’ex premier toscano alle prese con al sua seconda vita da cicerone mediatico, conduttore scientifico, da bravo presentatore tv (come avrebbe detto il Frassica di Quella della notte). E così, sfoderate le armi da “piacione” social, sguardo in camera e savoir faire da ex premier, Matteo Renzi, impegnato a illustrare le bellezze di Firenze e la loro esegesi storico-architettonica, tra doppiaggio in diretta e ciak in differita, all’improvviso si vede calare alle spalle il fatidico telo nero  su cui si staglia in giallo la scritta Scherzi a parte. E improvvisamente un progetto al quale l’ex sindaco fiorentino tiene molto diventa una beffa tv: sceneggiature, riprese, set a cielo aperto e ritocchi in studio trasformano il duro lavoro di mesi e mesi in una beffa targata Mediaset con tanto di complicità dell’agente delle star tv, Lucio Presta.

Ma l’ex premier prende male la supercazzola sul suo documentario

Dunque, strizzando l’occhio al mitico film, The Truman Show, con Jim Carrey e grazie anche alla complicità di Barbara Palombelli, da cui Renzi era stato ospite nella prima puntata di Stasera Italia su Rete 4, Scherzi a Parte fa credere all’ex premier di essere stato vittima per mesi di una gigantesca burla (per dirla alla toscana). Una “zingarata” in puro stile Amici miei, che sulle prime Renzi non prende proprio nel migliore dei modi: e se all’inizio non sembra capire, più confuso e stordito che adirato, quando da autori e manager gli viene spiegato in modo convincente che quello in cui è appena incappato è uno scherzo che vanifica il progetto del documentario su Firenze su cui l’ex premier sembra aver puntato tutto il suo impegno dell’ultimo periodo, risponde a tutti secco e indignato: «Non firmerò nulla e vi attaccate al cosiddetto»…, in barba ad aplombe e dialettica forbita… E solo alla fine di quello che agli spettatori appare uno scherzo lungo una decina di minuti, ma che invece per Renzi gli autori fanno risalire a mesi di lavoro buttati al macero, si capirà che è tutta un supercazzola, ben congegnata e super indigesta. Così Renzi può tirare un sospiro di sollievo e firmare progetto e liberatoria per lo scherzo: il suo documentario si farà.

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