Reddito di cittadinanza a 500 euro? Conte nega: «È una “fake news”»
I numeri della manovra economica rimbalzano da Roma a Buenos Aires, in Argentina, dove il premier Conte rappresenta il governo italiano al vertice del G20. Fanno discutere soprattutto quelli che costituiranno la posta di bilancio relativa al reddito di cittadinanza. Più di un giornale ha riportato la notizia secondo la quale, ad incassare i 780 euro previsti per ciascun avente diritto, sarebbero poche decine di migliaia a fronte dei cinque milioni di poveri sempre citati nei talk show. Per tutti gli altri, l’importo sarebbe inferiore. Da Palazzo Chigi fanno sapere però che si tratta di «fake news». Di più, «non c’è mai, mai, mai stata neanche per un secondo – assicurano le stesse fonti – l’ipotesi ” di far scendere il reddito di cittadinanza a 500 euro».
Conte: «Fiducia sulla manovra solo se necessaria»
Non è questo l’unico elemento di incertezza che aleggia sulla manovra. L’altro punto dolente è il passaggio parlamentare. Utile a correggere in maniera concordata le misure economico-finanziarie più controverse, ma insidioso per il consueto “assalto alla diligenza” e per eventuali ribaltino nella votazione. L’ipotesi è quella di eliminarne uno attraverso il ricorso alla fiducia. «Al momento non è scontata – s’affretta a precisare il premier Conte a margine del G20 -. È l’extrema ratio per qualsiasi provvedimento. In Parlamento stanno lavorando alacremente e la fiducia si decide solo all’ultimo e quando necessario». Del resto, il ricorso la fiducia è una decisione politica che Conte non può prendere da solo. Se ne parlerà al suo ritorno dall’Argentina anche se al momento – è sempre il premier che parla – «non abbiamo fissato alcun vertice».
Tra Roma e Ue è ancora tregua armata
Quanto alla procedura d’infrazione, già avviata da Bruxelles, Conte si dice convinto e «fiducioso» che evitarla sia «interesse dell‘Italia e dell’Europa». Al vertice, il premier ha visto il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Junker. «Io sono garante del patto con i cittadini rinsaldato con il contratto di governo – ha riferito ai giornalisti al termine dell’incontro -. Chiarito che non rinunciamo a una prospettiva di riforme, bisogna lavorare su tutto il resto». Alla domanda se si fosse parlato del 2 per cento come soglia di compromesso per il deficit, il premier ha replicato: «Non abbiamo parlato di numeri finali». L’ennesimo rimbalzo di numeri sulla rotta Roma-Buenos Aires.