Lazio, non passa la sfiducia a Zingaretti: è polemica nel centrodestra

1 Dic 2018 17:39 - di Redazione

Nicola Zingaretti non lascia, anzi raddoppia. Il Consiglio regionale del Lazio ha infatti respinto la mozione di sfiducia al presidente della Regione presentata dal centrodestra nei giorni scorsi. E nel computo finale Zingaretti si ritrova addirittura con un voto in più, quello della forzista Laura Cartaginese, che non aveva sottoscritto la mozione e che ha portato il totale dei contrari a 26 su 51, vale a dire la maggioranza assoluta dell’assemblea. Contro Zingaretti hanno votato compatti i gruppi Fratelli d’Italia (3), Lega (3), Lazio 2018 (2), Noi con l’Italia (1) e il Movimento 5 stelle (10). Nel gruppo di Forza Italia era assente Pasquale Ciacciarelli, che però aveva sottoscritto la mozione, mentre l’ex-sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi non ha votato perché ha dovuto lasciare anticipatamente la seduta per impegni precedentemente presi.

La forzista Cartaginese ha votato con il centrosinistra

Il voto della Cartaginese ha immediatamente dato fuoco alle polveri nel centrodestra. Nella Lega si parla apertamente di «traditori» all’indirizzo dei consiglieri del centrodestra assenti o dissidenti rispetto alla sfiducia: «Finalmente si fa chiarezza – si legge in una nota diffusa al termine della votazione -. Alcuni consiglieri eletti con il centrodestra hanno deciso di sostenere in aula o con l’assenza Nicola Zingaretti. Anche per loro la pacchia sta per finire». I Fratelli d’Italia, che hanno promosso la mozione di sfiducia a Zingaretti, hanno invece rivendicato con forza il «ruolo trainante all’interno dell’opposizione e ricordare a Zingaretti che, per rispetto del suo mandato ha il dovere di occuparsi dei cittadini del Lazio, amministrazione che è in grave ritardo su tante criticità della vita pubblica».

Lega e FdI: «Zingaretti sta governando la Regione»

Dal canto suo, a margine di una conferenza stampa Zingaretti ha ringraziato i consiglieri che hanno votato contro la mozione, sottolineando che «la cosa peggiore che poteva accadere oggi per i cittadini del Lazio sarebbe stata la conclusione della legislatura alla vigilia di una sessione di bilancio».

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