Il “Fight Club” finisce nel sangue: a Norcia 29enne muore colpito da un pugno

4 Dic 2018 12:04 - di Renato Fratello

Si sono sfidati a chi sferrava il pugno più forte. Un gioco stile “Fight Club” finito però in tragedia, visto che uno di loro, il 29enne Emanuele Tiberi è morto dopo aver ricevuto un cazzotto in pieno volto. Mentre il suo amico Cristian Salvatori detto “Picchio”, 33 anni, è ora in carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale. I fatti risalgono al 29 luglio scorso quando davanti alla “Vineria” di Norcia si consuma il gioco mortale: Emanuele colpisce Cristian con il dorso della mano, l’altro risponde con un pugno che manda a terra il 29enne facendogli sbattere violentemente la testa. Emanuele muore poco dopo.

I carabinieri inizialmente indagano su una lite ma ora, a sei mesi dalla vicenda, arriva la ricostruzione. Il pm Vincenzo Ferrigno della Procura di Spoleto ha fatto eseguire un’analisi degli smartphone di alcune delle persone presenti quella sera e circolate nelle chat di amici e conoscenti con la dettagliata ricostruzione dei fatti, che il quotidiano La Nazione ha pubblicato in parte.

Dalle chat e dai frame dei video emerge che Emanuele e Cristian si stavano sfidando. Un gioco descritto così nelle chat Whatsapp tra tre ragazzi: «LU Picchiu gli ha detto “dammi un pugno”, lui (la vittima, ndr) gliel’ha dato ma piano. Dopo (l’indagato, ndr) gli ha detto “mo tocca a me” e gli ha dato una pesca». «Stavano facendo un gioco – si legge ancora nelle chat – Fanalino (soprannome di Emanuele, ndr) stava scherzando, gli ha dato un cazzottello sulla guancia». L’amico l’ha colpito con forza.

Cristian è finito in cella ma mesi dopo ha chiesto gli arresti domiciliari per sottoporsi a un programma di reinserimento sociale in una struttura specializzata. Il pm è d’accordo. Secondo il gip, invece, «non può ritenersi meritevole di accoglimento, atteso che il grave quadro indiziario» anche «in considerazione della personalità aggressiva e violenta dimostrata dall’indagato che potrebbe in un ambiente comunitario, reiterare le violenze». La difesa ha fatto appello al Riesame di Perugia. Secondo gli avvocati la sfida-gioco cancella la valutazione di un ragazzo con impulsi aggressivi e incontrollabili.

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