Geoblocking, da domani fine di un’era: acquisti liberi su tutto il web europeo

2 Dic 2018 13:47 - di Paolo Lami

Per i consumatori compulsivi, quelli a cui bisogna assolutamente sfilare dalle mani la carta di credito prima che prosciughino il plafond, da domani sarà una festa speciale, una specie di Bengodi. No, non torna il Black Friday, né partono i saldi. Molto più semplicemente finisce l’era del geoblocking, i divieti che si trovavano di fronte i consumatori nel momento in cui, navigando sul web alla ricerca di offerte speciali, arrivano a fare acquisti sui siti esteri – molto spesso più convenienti – dei grandi brand.

Poniano il caso che Apple o un altro celebre brand tecnologico ma anche un’agenzia di viaggi come Opodo o Expedia lancino offerte promozionali sul proprio sito in Polonia piuttosto che in Francia. Un consumatore italiano che avesse voluto acquistare su quel sito non lo avrebbe potuto fare fino ad oggi poiché le aziende glielo avrebbero impedito o lo avrebbero reindirizzato sul proprio sito  italiano, dove quell’offerta non c’era. Da domani tutto questo non avverrà più. Ogni acquirente sul web potrà acquistare su qualsiasi sito straniero europeo al pari degli altri consumatori.

Ma come facevano le aziende a intercettare i consumatori stranieri? Con il geoblocking, appunto, georeferenziando il potenziale acquirente in base al proprio indirizzo Ip, un numero univoco di quattro serie di cifre assegnato in quel preciso momento solo a quel computer o a quello smartphone dal proprio operatore internet.

Ogni Nazione ha un certo range di indirizzi Ip assegnati che poi redistribuisce alle proprie compagnie Tlc ed è quindi piuttosto semplice inibire, dal punto di vista informatico, l’acquisto online a un determinato indirizzo Ip che rientra in quel range geograficamente referenziato. Da qui, ecco il geoblocking.

Basta leggere le cifre del fenomeno per capire di cosa si parla: “nel 2015 il 63 per cento dei siti non consentiva agli utenti di effettuare acquisti da un altro Paese dell’Ue, di conseguenza due terzi dei consumatori che volevano fare acquisti online all’estero non hanno potuto farlo”, spiega il vicepresidente della Commissione Ue per il mercato unico digitale, Andrus Ansip.

Secondo un più recente studio della Commissione europea, nel 2017 il 57 per cento  degli europei ha realizzato acquisti online, una percentuale che sale al 68 per cento per chi frequenta abitualmente la rete, mentre un terzo dei consumatori si è rivolto a negozi di un altro Paese Ue.

Ma solo nel 37 per cento dei tentativi di acquisto da parte di utenti di uno stato membro su un sito web di un altro Paese europeo è andato a buon fine. Proprio per il geoblocking.

Ora, annuncia Andrius Ansip, “il 3 dicembre mettiamo fine a questa pratica. Vogliamo un’Europa senza barriere, e questo vuol dire anche eliminare gli ostacoli agli acquisti online”, sulla falsariga di quanto già fatto mettendo fine ai sovraccosti del roaming a giugno 2017.

Insomma dal 3 dicembre scatta la ‘rivoluzione’ della fine del geoblocking: sarà possibile fare acquisti online in tutti i Paesi Ue, senza essere più indebitamente bloccati perché non si risiede nello stato del venditore o perché si effettua il pagamento con una carta bancaria straniera.

Non solo. I siti che hanno più versioni a seconda del Paese ma anche i rivenditori di biglietti di concerti o dei parchi di attrazioni come Disneyland, non potranno più reindirizzare i clienti né rifiutarsi di vendere le offerte promozionali presenti su una delle loro pagine nazionali a persone che si collegano da altri Paesi.

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