Confindustria contro la manovra: «Stiamo perdendo la pazienza»

3 Dic 2018 19:17 - di Tito Flavi

Alla fine anche Confindustria sceglie la linea dura contro il governo “Se siamo qui significa che siamo a un punto quasi limite di pazienza”. Così il presidente della Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine della manifestazione ‘Infrastrutture per lo sviluppo, Tav, l’Italia in Europa’ che vede riuniti alle Ogr di Torino 12 associazioni in rappresentanza di industriali, artigiani, commercianti, cooperative per un totale di circa 3000 persone.

“La politica è una cosa troppo importante per lasciarla solo ai politici. Noi stiamo facendo proposte di politica economica per evitare danni al Paese. Lo stiamo facendo con una logica di rispetto delle istituzioni, certo che se qualche ministro quando gli facciamo una proposta ci chiede una mail, ci costringe a fare operazioni come questa di Torino. Il problema evidentemente – ha detto ancora il leader degli industriali – non siamo noi”.

“Il messaggio è un chiaro sì alla Tav Torino-Lione, perché le infrastrutture sono un’idea di società, includono, sono un’idea di visione del Paese, centrale tra Europa e Mediterraneo, aperta a est e a ovest”, ha spiegato Boccia, aggiungendo che “la Tav è un cantiere non un progetto e quindi occorre spingere sui cantieri, proprio per quegli investimenti pubblici a cui il governo fa riferimento per attivare la crescita”.

“Siamo contro – ha aggiunto – questa manovra perché non ha nulla di crescita. Occorre un equilibrio tra le ragioni del consenso e lo sviluppo”. “Siamo disponibili al confronto – aggiunge in ogni caso – perché la politica sia in grado di trasformare sogni in realtà e speranze in certezze”. Ma “la stagione degli alibi – avverte – è finita”.

“Se fossi in Conte – aggiunge – chiamerei i due vicepremier e direi loro di togliere 2 mld l’uno e due l’altro. E ai vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, invia una “promessa” e un “consiglio”. “La promessa per Di Maio è che se ci convoca tutti e 12 non lo contaminiamo, il consiglio a Salvini, che ha preso molti voti al nord, di preoccuparsi dello spread perché le imprese se ne preoccupano e il contributo al premier è che questa manovra vale 41 mld di cui 18 per pensioni e reddito di cittadinanza. Per quattro mld appena evitiamo la procedura di infrazione”-

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