21 anni fa l’addio a Jacovitti, genio disorganico alla sinistra: il ricordo di Fabio Rampelli
Il 3 dicembre di 21 anni fa (era il 1997) ci lasciava Jacovitti, al secolo Benito Franco Giuseppe Jacovitti, artista non allineato a sinistra – in anni in cui non appartenere a quella scuola di pensiero significava restare fuori da tutta una serie di gangli connettivali che potevano aiutare, e molto anche, il raggiungimento del successo – genio non conformista e talento decisamente anarchico. Una delle firme più apprezzate del fumetto italiano, una delle matite più irriverenti e rivoluzionarie, sia per l’originalità del tratto che per la creatività all’origine di personaggi e storie intramontabili.
Jacovitti, genio disorganico alla sinistra: il ricordo di Fabio Rampelli
Negli anni Sessanta e Settanta il suo “Diario Vitt” diventa improvvisamente l’oggetto più gettonato, l’acquisto più inflazionato, comprato da decine di migliaia di ragazzi: è l’apice di un successo costruito nel tempo e mai sfumato, neppure dopo l’addio a Jacovitti, quando i suoi salami e le sue lische di pesce sono già ampiamente nell’immaginario italico. La galleria dei suoi personaggi il suo stile grafico inconfondibile hanno decretato il successo di un artista assoluto disorganico alle mode e ai poteri del suo tempo, rimasto «dalla parte sbagliata della storia». Lui che, fieramente contro la contestazione e il conformismo di sinistra, in una storia di Cocco Bill racconta di un gruppo di monelli in fuga dalla maestra che li insegue armata di lazo, mentre il pistolero nei paraggi se la ride a crepapelle commentando: «E che movimento! Un bel movimento studentesco!». Lui che, come ricorda oggi il vicepresidente della Camera e esponente di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli, «scomparso il 3 dicembre 1997, cioè 21 anni fa» non si è mai allineato per stile o ironia a schemi e logiche di sinistra. E allora, si chiede Rampelli in un post su Facebook, «vuoi vedere che i salotti buoni del circuito intellettuale italiano non l’hanno mai filato perché era un genio non conformista e non di sinistra? A lui il pensiero di una generazione che si nutriva con salamelle affettate, pesci volanti, cavalli parlanti e Coccobill, incantata dai suoi diari scolastici, dalla satira semplice e dall’ironia leggera».