Venti di guerra nel Mar Nero. Mosca-Kiev: tensione alle stelle. La crisi in 5 punti (VIDEO)

27 Nov 2018 10:18 - di Redazione

Mosca-Kiev, il Cremlino parla di provocazione, Poroshenko replica e rilancia: abusi della marina russa. E dal Mar Nero soffiano minacciosi venti di guerra. La tensione è ormai alle stelle tra Russia e Ucraina dopo la battaglia in mare al largo della Crimea tra unità navali russe e tre navi militari ucraine. Come noto lo scontro si è concluso con il ferimento di alcuni marinai di Kiev e con il sequestro da parte russa delle imbarcazioni ucraine. Le tre navi, secondo Mosca, non avevano comunicato l’intenzione di raggiungere il Mare di Azov provenienti dal Mar Nero e quindi di attraversare lo Stretto di Kerch che la Russia controlla. Per il presidente ucraino Petro Poroshenko si è trattato invece di un’azione da parte della Russia «non provocata e folle». Mosca ha interrogato i marinai ucraini, bloccati dopo il sequestro di tre imbarcazioni nello stretto di Kerch. Gli interrogatori, riferisce la Tass, sono stati condotti da uomini dell’Fsb, l’intelligence “erede” del Kgb, che ha anche diffuso un video della sessione. E allora vediamo la crisi tra Mosca e Kiev riassunta in 5 punti cardine.

La crisi tra Mosca e Kiev in 5 punti

  1. Le proteste. Nelle ultime, concitate ore, si sono registrate proteste violente davanti alle sedi diplomatiche russe. L’Osce riferisce che circa 70 persone, in gran parte giovani, si sono radunate davanti al consolato russo di Kharkiv lanciando fumogeni verso l’edificio e tentando di dare fuoco a cumuli di pneumatici. A Kiev, un’auto in dotazione ai funzionari russi è stata bruciata. Petardi sono stati lanciati contro il consolato di Odessa, davanti al quale si sono radunati un centinaio di manifestanti.
  2. In Ucraina è scattata la legge marziale. Poroshenko ha firmato un decreto per instaurare le legge marziale nel Paese per due mesi e la Commissione Sicurezza e Difesa del Parlamento, come riferisce l’agenzia Tass, ha approvato all’unanimità il varo della legge marziale. Il presidente ha chiesto ai deputati della Verchovna Rada di sostenere il decreto, ma si è detto anche pronto a dimezzarne la durata, da 60 a 30 giorni, in modo «da non interferire con l’inizio della campagna elettorale per le presidenziali del prossimo anno», campagna che dovrà iniziare il 31 dicembre.
  3. Marinai ucraini feriti e navi sequestrate. Il presidente ucraino ha chiesto alla Russia il rilascio dei marinai e delle imbarcazioni militari sequestrate. I marinai ucraini sono stati «brutalmente detenuti in violazione del diritto internazionale», ha affermato Poroshenko nella riunione del Consiglio di sicurezza nazionale. Il presidente ha chiesto alle autorità russe di «trasferire immediatamente» i marinai e le imbarcazioni sul lato ucraino e di «garantire la de-scalation nel Mare di Azov». Anton Lozovoy, ufficiale della Direzione per la Crimea del servizio di intelligence di Mosca FSB, erede del Kgb, ha spiegato che le tre imbarcazioni militari ucraine fermate verranno consegnate al Porto di Kerch. Stando a Lozovoy, i tre militari ucraini rimasti feriti in modo non grave sono stati medicati.
  4. La posizione di Mosca. Per il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov si è trattato sicuramente di «una provocazione» che ha violato la sovranità di Mosca. Giustificando la risposta del Cremlino, il diplomatico russo ha spiegato che le forze russe hanno sparato colpi di avvertimento alle navi ucraine, prima di sequestrarle. Quindi, ha chiesto agli alleati occidentali di Kiev di «intervenire» e di «dare una calmata» alla situazione, avvertendo del potenziale attraversamento di un «punto di non ritorno» tra Russia e Occidente. Di più: «La politica di Kiev, condotta in coordinamento con Stati Uniti ed Unione Europea, tende a provocare un conflitto con la Russia», si legge in una dichiarazione del ministero degli Esteri russo, in cui si mette in guardia l’Ucraina dalle «gravi conseguenze» di quelle che Mosca definisce provocazioni. La Russia, continua la dichiarazione, «bloccherà con fermezza ogni tentativo di intrusioni nella propria sovranità e sicurezza».
  5. Si muovono Onu e Nato. Intanto, la Nato ha chiesto alla Russia di liberare immediatamente i marinai ucraini e di restituire le imbarcazioni. «Non c’è giustificazione per l’uso della forza contro le navi ucraine e il personale a bordo. Chiediamo alla Russia di rilasciare immediatamente i marinai ucraini e le imbarcazioni sequestrate ieri. Invochiamo calma e moderazione», ha ribadito Jens Stoltenberg, segretario generale dell’Alleanza atlantica. Gli ambasciatori, che hanno avuto un incontro speciale con il rappresentante ucraino, «hanno invitato la Russia a garantire un accesso senza ostacoli ai porti ucraini e a consentire la libertà di navigazione per l’Ucraina nel Mare di Azov e nello Stretto di Kerch», ha anche aggiunto Stoltenberg. «Questo incidente ci ricorda che c’è una guerra in corso in Ucraina», ha poi concluso avvertendo la Russia che «le sue azioni hanno conseguenze». 

    Un appello alla moderazione e al dialogo

    E un appello alla moderazione ed al dialogo per favorire una de-escalation della situazione già tesa nel Mare di Azov e nello Stretto di Kerch è arrivato poco fa dal presidente di turno dell’Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e dal segretario generale dell’Osce, Thomas Greminger. «Siamo estremamente preoccupati sugli sviluppi nell’area del Mare di Azov e dello Stretto di Kerch. Ci rivolgiamo a tutte le parti perché contribuiscano con mezzi politici e diplomatici ad una de-escalation della situazione e ad un allentamento delle tensioni per evitare ulteriori rischi di destabilizzazione della regione». E ancora: «Esortiamo le parti – prosegue l’appello – ad astenersi dall’uso della forza e a risolvere ogni disputa attraverso mezzi pacifici, nel pieno rispetto della legge internazionale, dei principi e degli impegni Osce e nel pieno rispetto della sovranità dei paesi e dell’integrità territoriale. Questi fatti recenti confermano la necessità di lavorare assieme concretamente all’interno dell’Osce alla riduzione dei rischi e alla prevenzione degli incidenti». «Un’immediata de-escalation – ha sottolineato il segretario generale Greminger – è al tempo stesso urgente ed essenziale. Esorto Ucraina e Federazione russa ad esercitare moderazione, evitare nuove provocazioni e avviare immediatamente un dialogo per ridurre il rischio di ulteriori tensioni nella regione».

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