Spread in calo, Piazza Affari chiude in forte rialzo. Così i “gufi” sono serviti
Lo spread è sceso fino a 280 punti base, il livello minimo da mesi e poi è risalito in chiusura a 290. Ma sempre sotto quota 300. Si brinda anche a Piazza Affari: Milano chiude in forte rialzo salendo del 2,77% grazie a forti rialzi del settore bancario. I mercati sembrano calmarsi, lo spettro della procedura d’infrazione appare più lontano.
Il governo italiano scommette sul dialogo con l’Unione europea, al posto del braccio di ferro delle scorse settimane arrivano commenti più morbidi. Salvini fa balenare l’ipotesi di abbassare il livello del deficit dal 2,4% al 2,2%. “Non ci attacchiamo allo 0,1 – afferma Salvini – il problema è il fare”. Gli fa eco Luigi Di Maio: “Il tema non sono i numerini ma i cittadini”. E Giuseppe Conte conferma: ci sarà dialogo, e di decimali non si discute. Almeno per ora. E spiega: la forchetta fra il rapporto deficit/Pil di 2,4% e di 2,2% oggetto del braccio di ferro fra Commissione Ue e governo della manovra “significa parlare di tre miliardi di euro. Stiamo presentando una manovra che punta a fare le riforme e oggi non parlo di decimali. Ne parlerò quando avrò le informazioni tecniche e l’impatto economico preciso al centesimo, dopodiché valuteremo”. Rassicuranti anche le parole di MarioDraghi: “Nella situazione attuale c’è un dialogo – dice il presidente della Bce – sono sempre stato fiducioso che un accordo possa essere raggiunto”. “Ho detto molte volte – ricorda – che i Paesi con un debito elevato dovrebbero ridurlo, perché riducendo il debito si rafforzano”.
L’esame della manovra alla Camera partirà da lunedì 3 dicembre e intanto il taglio ventilato di alcuni decimali di debito tranquillizza le turbolenze dei mercati. Se ne risentono i catastrofisti, che avevano scommesso tutto su una tempesta economica simile a quella che investì la Grecia. Non a caso in versione “gufo” è stato rispolverato anche il parere del premier greco Tsipras: “Cedete subito – ha detto Tsipras agli italiani – o sarà peggio”.
Invece è arrivata una giornata di sereno. Con buona pace del fronte che fa il tifo per lo spread. E tra i cui capifila si segnalano Prodi e Renzi. Dice il primo: “Abbiamo fatto mesi di commedia che è stata una tragedia per la nostra immagine e anche per il nostro portafoglio. È un danno tremendo”. Si accoda il secondo: “Il loro assurdo braccio di ferro è costato al sistema Italia circa 300 miliardi di euro”. E’ il coro dei risentiti.