Province, Moffa: «La “Delrio” va abolita. Ma basta strapoteri alle regioni»
Ridurre le province ad un ente che «non è né carne né pesce» è stato, per Silvano Moffa – già sottosegretario ai Trasporti e oggi portavoce di Cantiere Italia, sigla in cui sta confluendo gran parte della destra diffusa sui territori e che si è riunita alle Officine Farneto di Roma sabato e domenica scorsi – «un colossale errore». Anzi, si è trattato un vero e proprio «abbaglio».
Il portavoce di Cantiere Italia plaude a Salvini
A giudizio di Moffa, infatti, «pensare che i territori e le comunità potessero fare a meno di un soggetto istituzionale capace di programmare su area vasta, svolgendo un ruolo di pianificazione e gestione di servizi essenziali tra i Comuni» si è rivelata una pia illusione. Se ne sta accorgendo anche Matteo Salvini, leader di un partito, la Lega, che ha sempre individuato nelle Regioni il baricentro della nuova politica e nel federalismo la soluzione dei problemi dell‘Italia. Proprio in queste settimane, infatti, i governatori di Lombardia e Veneto, Fontana e Zaia, entrambi del Carroccio, sono impegnati in una complessa trattativa con il governo centrale al fine di ottenere per i loro territori più competenze e più risorse.
«Occorre riformare il Titolo V»
Anche per questo Moffa, che negli anni ’90 fu anche presidente della Provincia di Roma per Alleanza Nazionale, ha commentato favorevolmente le dichiarazioni di Salvini che ha definito «sbagliata la riforma Delrio». «Direi di più – ha aggiunto il portavoce di Cantiere Italia -: con quella riforma si e’ smantellato il sistema delle autonomie territoriali, dopo aver sbilanciato l’architettura dello Stato con l’altra assurda riforma del Titolo V della Costituzione voluta dalla sinistra nel 2001 e approvata con soli quattro voti di scarto. Bisogna, allora, ripensare sia l’una che l’altra questione. Con un disegno complessivo – ha concluso Moffa – che vada dal ripristino delle Province alla riforma istituzionale affidata ad una Assemblea costituente eletta indipendentemente dal Parlamento»