Nuoro, nel cellulare del terrorista le prove: voleva avvelenare gli acquedotti
Bloccato con urgenza dai Nocs della Polizia, il palestinese arrestato stamani a Macomer (Nu) probabilmente progettava un attacco con veleno negli acquedotti o armi chimiche in una località, per ora imprecisata, della Sardegna. Le prove sono state trovare nel suo smaprtphone dagli uomini della Digos di Nuoro e Cagliari sotto il coordinamento della Dda Cagliaritana. Gli inquirenti hanno potuto verificare che l’uomo cercava sul web componenti velenose e pesticidi dalla concentrazione di molto superiore a quella consentita nei prodotti di libera vendita in Italia. Il materiale informativo raccolto sulle tossine alimenta il sospetto che ci fosse un progetto di attacco di tipo chimico-biologico con la ricina o l’antrace. Le indagini sarebbero state corroborate anche da dettagliati report dell’Aise dal Libano. Nello smartphone di Ahmad Amin Al Hai, l’uomo arrestato oggi a Macomer con l’accusa di pianificare un attentato terroristico, gli investigatori hanno trovato materiale riferibile all’Isis e “vastissima documentazione” su sostanze velenose e cancerogene come le aflatossine letali B1 e il pesticida Metomil. L’immediata perquisizione effettuata con il concorso della polizia scientifica ha portato al sequestro di supporti informatici e campioni di sostanze in polvere. In ambienti investigativi filtra un altro particolare significativo: in Libano un cugino del palestinese arrestato in Sardegna tentò in passato di avvelenare una cisterna d’acqua utilizzata dall’esercito libanese.