Manovra, sì al ritocco: il governo apre alla Ue e lima le cifre. Salvini: uscire dalla trincea
Il vertice serale del governo si chiude con un sì al ritocco. Dunque, l’esecutivo giallo-verde è deciso ad andare avanti sulla manovra ma è pronto a limare qualcosa nell’ottica di un accordo con Bruxelles. Ma nessuna retromarcia vera e propria, chiarisce il leader del Carroccio: sembra essere questa la strada intrapresa nel summit di ieri sera tra il premier Conte e i vicepremier Salvini e Di Maio dopo che l’Unione europea ha alzato la voce e intimato la bocciatura.
Manovra, il governo dice sì al ritocco ma i saldi restano invariati
Ma «non è una questione di decimali: obiettivo del governo è rilanciare la crescita e lo sviluppo», hanno chiarito nell’immediato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i suoi vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio, al termine del vertice sulla manovra svoltosi a Palazzo Chigi. «Per quanto riguarda il dialogo in corso con le istituzioni europee, si è concordato – hanno aggiunto – di attendere le relazioni tecniche sulle proposte di riforma che hanno più impatto sociale, al fine di quantificare con precisione le spese effettive. Le somme recuperate saranno riallocate, privilegiando la spesa per investimenti, con particolare riferimento a quelle necessarie per mettere in sicurezza il territorio e a contrastare il dissesto idrogeologico». «Confermati, infine, gli obiettivi già fissati» – hanno ribadito ancora i tre intorno al tavolo che li ha visti riunirsi per gli aggiustamenti alla manovra in un lungo work in progress che, in particolare, si è soffermato sulle pensioni, sul reddito di cittadinanza e sulla tutela del risparmio. E così, mentre l’ex premier Matteo Renzi si affretta a parlare di «retromarcia del popolo», Matteo Salvini rettifica e chiarisce che «potrebbe essere anche un’avanzata per uscire dalla trincea, bisogna vedere come la si guarda… Se ci si rende conto che è l’unico modo per ottenere il via libera alla manovra allora io così gli tolgo un alibi» – aggiunge poi il ministro dell’Interno – chiarendo contestualmente però che, se a questo punto «continuano a dire di no allora vuol dire che è una cosa pregiudiziale».
La manovra: sul reddito di cittadinanza e sulle pensioni
«Io e Di Maio abbiamo messo a bilancio un budget per coprire le pensioni ed il reddito di cittadinanza», spiega Salvini, sottolineando inoltre che, sulle pensioni, «diamo la facoltà a chi vuole, e si calcola che siano 5-600mila gli interessati, di andare in pensione». Non tutti ci andranno, però, quindi conclude sull’argomento il leader leghista, «se non va il 100% della platea non c’è bisogno di appostare tutti quei soldi nel 2019, ma si possono spostare nel 2020 come pure negli anni successivi». Insomma l’idea sarebbe quella di un ritocco ai decimali sì, spostando il rapporto deficit/Pil da quel 2,4% così inviso a Bruxelles, ma non ai saldi della manovra. Che, stando a quanto riferito da fonti di governo all’Adnkronos, resta ferma a 37 miliardi. Su questa strada intende attualmente muoversi il governo giallo-verde nella complessa trattativa con l’Europa per evitare di incorrere nella procedura di infrazione. E per non scendere sotto i 37 miliardi – lo 0,2% concesso a Bruxelles si tradurrebbe in ben 3 miliardi in meno – si lavora per rimodulare le voci di spesa e mantenere dunque i saldi invariati. Spostando, ad esempio, le “poste” sulle infrastrutture, a partire dalle spese per il dissesto idrogeologico, che non andrebbero a gravare nel rapporto deficit/Pil.
Conte: il dialogo con l’Europa serve a rassicurare i mercati
D’altra parte «un dialogo sereno e costruttivo con l’Europa sicuramente ci aiuterà a rassicurare i mercati finanziari e avere la fiducia degli investitori», aveva detto Conte in giornata e ha poi confermato in serata a fine vertice. Sullo spread – non a caso – «mi sembra che ci sia stato qualche segnale positivo. Ovviamente dobbiamo tutti fare la nostra parte per realizzare quel sistema Italia per dare fiducia agli investitori». I mercati finanziari «devono sentirsi rassicurati che noi siamo un governo che agisce con un piano ben preciso, la manovra è ben strutturata e abbiamo le idee molto chiare», ha quindi concluso il premier. E ora si attendono le reazioni: sia dei mercati, che di Bruxelles.