Fredy Pacini torna in ditta fra gli applausi: «bravo, siamo tutti con te!»

28 Nov 2018 17:38 - di Paolo Lami
I carabinieri davanti al capannone di Fredy Pacini, subito dopo l'omicidio del ladro moldavo ventinovenne da parte del gommista aretino

E’ stato accolto dagli applausi degli amici, dei dipendenti e di altra gente comune Fredy Pacini, il titolare della rivendita di gomme e bici da corsa di Monte San Savino, in provincia di Arezzo che, poco prima delle 4 di notte, ha sparato e ucciso uno dei ladri , il 29enne moldavo Italie Tonjoc, scoperto all’interno della sua azienda dove era costretto a dormire dopo aver subito ben 38 furti in pochi mesi.

Il commerciante 57enne, indagato ora dalla Procura di Arezzo per eccesso di legittima difesa, è stato accolto da applausi e grida a voce alta “bravo Fredy! Bravo Fredy!” da amici e conoscenti che lo attendevano davanti alla sua azienda, in via della Costituzione – ulteriore beffa del destino – quando alle 12.30 è rientrato, accompagnato in auto, e ha ripreso la sua attività.
Numerosi anche i cartelli, attaccati davanti ai cancelli della rivendita di Fredy Pacini, su cui campeggia la scritta “Io sto con Fredy”.

Un attestato di stima ma anche il segno inequivocabile dell’esasperazione a cui sono arrivati gli italiani per la pressione della criminalità dovuta, spesso e, in questo particolare caso, alla presenza di stranieri delinquenti fatti entrare in Italia soprattutto dalla politica lassista e suicida del centrosinistra.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri i ladri entrati intorno alle 4 nel perimetro dell’azienda di Fredy Pacini erano almeno due ma solo uno dei due, il ladro moldavo 29enne, poi identificato grazie al passaporto che portava indosso, sarebbe riuscito effettivamente a penetrare anche all’interno del capannone.
Pacini avrebbe raccontato al pm Andrea Clausani che era nel pieno del sonno quando è stato svegliato dal rumore dei vetri di una finestra che erano stati infranti a colpi di piccone.
Sarebbe quindi sceso al piano di sotto del magazzino e avrebbe sparato d’istinto con una pistola contro il ladro 29enne moldavo colpendolo agli arti inferiori e centrando l’arteria femorale.
Cinque i colpi sparati: tre sarebbero finiti contro il muro e due avrebbero raggiunto il ladro moldavo di 29 anni a una gamba. Il 29enne moldavo si è poi accasciato nel cortile dell’azienda.
Il 29enne moldavo, pur ferito, si sarebbe trascinato fuori dal capannone e avrebbe cercato di scappare ma è caduto a terra, morendo dissanguato.
Gli stessi soccorritori del 118 avrebbero visto due ferite d’arma da fuoco, una al ginocchio e l’altra alla coscia.

L’allarme è arrivato alla centrale del 118 alle 3.52 e poco dopo il personale sanitario arrivato sul posto ha provato a rianimare il ladro ma inutilmente.
Ora è caccia all’uomo in tutta l’area per intercettare il complice che è riuscito a fuggire e si cerca anche l’auto con cui i due ladri erano arrivati sul posto: per questo potrebbero tornare utili i filmati di alcune telecamere di videosorveglianza presenti nella zona artigianale e industriale in cui si trova la ditta di Fredy Pacini che i carabinieri stanno visionando.

Nell’azienda di Fredy Pacini, che da quattro anni dormiva nella sua officina proprio per proteggere la sua proprietà dopo aver subito in passato 38 tra furti e tentativi di furto, i carabinieri hanno sequestrato il piccone usato dai ladri per rompere un vetro dell’ingresso e la pistola con cui il commerciante ha sparato, un’arma regolarmente detenuta.

Da quattro anni, dopo i primi furti, Fredy Pacini si era trasferito dalla sua casa nel centro del paese al capannone dove lavora: «dormo qui perchè voglio sorvegliare personalmente l’azienda dai ladri», aveva detto il gommista che ha subito 38 furti, l’ultimo dei quali lo scorso marzo.

«Li ho visti con il maglione a collo alto e un cappellino calato sulla faccia. Quando hanno capito che c’ero io sono scappati ma sto vivendo in un incubo – raccontò all’epoca Pacini – La mia vita è stata stravolta, sto qui dentro tutto l’anno, per me non esistono ferie, non esistono vacanze. Solo qui dentro. E’ dura per me e per la mia famiglia. Solo nel 2014 ho stimato furti per oltre 200 mila euro, fra biciclette e gomme».
Pacini aveva raccontato anche in programmi televisivi la sua storia e i motivi della sua esasperazione.

Racconta anche il sindaco di Monte San Savino, Margherita Scarpellini che ha espresso «solidarietà e vicinanza all’imprenditore: «il signor Pacini era esacerbato e provato da tutta una serie di furti che avevano colpito la sua ditta. Un paio di anni fa siamo andati a trovarlo nella sua azienda e da allora ci siamo attivati come amministrazione comunale facendo quanto era possibile secondo le nostre competenze. La zona artigianale e industriale è ben illuminata e all’ingresso e all’uscita ci sono le telecamere di videosorveglianza. I ripetuti furti sono stato oggetto anche di un tavolo in prefettura sull’ordine e la sicurezza pubblica».

«Io sto con Fredy: la difesa è sempre legittima!», ha scritto su Twitter il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni mentre il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha telefonato a Fredy Pacini per rappresentargli «la vicinanza delle istituzioni» ma ha poi parlato con l’avvocato Alessandra Cheli, uno dei legali che assiste il gommista poiché «Pacini non se l’è sentita di parlare con il ministro perché è troppo scosso».

«Fredy Pacini ha agito con legittima difesa a tutti gli effetti», spiega l’avvocato Cheli aggiungendo che da indagato, con l’ipotesi di eccesso colposo di legittima difesa, è «perfettamente tranquillo e con la coscienza a posto. Ovviamente è costernato e dispiaciuto per quanto accaduto».

L’iscrizione nel registro degli indagati di Pacini, ha spiegato l’avvocato Cheli, è un «atto dovuto e giusto perchè c’è da accertare un fatto, ci sono delle indagini in corso. L’indagine è doverosa e si attendono le risultanze con assoluta serenità».

Pacini, in accordo con l’avvocato Cheli e il suo collega Giacomo Chiuchini che, insieme, compongono il collegio difensivo, ha chiesto di essere interrogato dal pm titolare del fascicolo di indagine, il sostituto procuratore Andrea Claudiani.
«Per rispetto delle istituzioni e dell’autorità giudiziaria, in attesa di rendere l’interrogatorio» Pacini non rilascerà dichiarazioni personalmente alla stampa e ai mezzi di informazione, ha precisato Cheli rivelando che il gommista ha ringraziato, tramite il suo legale, «tutti coloro che hanno espresso solidarietà e vicinanza».

Fredy Pacini, così racconta chi lo conosce bene, ha due soli interessi nella vita: il lavoro e la famiglia. E’ sposato e con due figlie, una maestra e l’altra lavora con lui nella ditta. E’ una persona rispettata e conosciuta da tutti a Monte San Savino, anche per le sue recenti traversie legate ai continui raid dei ladri.
Secondo i suoi legali, la reazione di Pacini va inquadrata in uno stato psicologico «dirompente», un commerciante che da tempo viveva «una situazione insostenibile», dopo ben 38 tra furti tentativi e realizzati subiti, non tutti però denunciati alle forze dell’ordine.
Per Fredy Pacini sono giorni «terribili», peraltro con il suocero ricoverato in ospedale in fin di vita. La scorsa notte neanche sua moglie era con lui nella casa sopra il magazzino, perchè era al capezzale del padre moribondo.

 

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