Caso-Regeni, ora l’Italia alza la voce: l’Egitto ci dia risposte convincenti
“Questo governo ha provato in questi mesi la strada del dialogo con l’Egitto che deve darci delle risposte sull’omicidio di Giulio Regeni. Noi ci aspettiamo delle risposte non solo dalle nostre procure, che ringrazio per il lavoro che stanno facendo, ma anche da uno Stato che ci ha assicurato risposte efficaci”, “che devono arrivare in questo periodo” e che ancora non stanno arrivando. Così il vicepremier Luigi Di Maio sul caso Regeni. “Lo abbiamo sempre detto – sottolinea- Abbiamo provato una strada ma se questa strada non porta a segnali dall’Egitto sull’individuazione del responsabile della morte di Giulio Regeni trarremo le conseguenze”. “Non riguarda solo” la questione del blocco dell’export delle armi verso l’Egitto ma senza risposte “si compromettono tutti i rapporti”. “Tutto quello che si fa come aziende in Egitto riguarda il libero mercato, ma è chiaro ed evidente che in un quadro di relazioni che riguardano anche l’economia tutto risentirà delle mancate risposte sull’omicidio di Giulio Regeni”, conclude Di Maio, rispondendo ad una domanda specifica se le conseguenze potrebbero anche riguardare la presenza dell’Eni in Egitto. “Se non arrivano risposte su Giulio Regeni – ribadisce Di Maio – questo governo ne trarrà le conseguenze. L’atteggiamento non riguarderà solo il singolo evento”, quello di una manifestazione in questi giorni in Egitto con espositori italiani, “ma tutto l’impianto di relazioni con l’Egitto. Lo abbiamo detto e noi ci aspettiamo delle risposte: se non arrivano queste risposte trarremo delle conseguenze”, aggiunge. “Sono ancora legato all’impegno che ha preso il governo egiziano con noi che è quello di darci delle risposte concrete nel periodo che andavano dalla fine di novembre alla fine dell’anno: ci aspettiamo risposte”, sottolinea il vicepremier a margine di un evento al Mise. Dopo la manovra, aggiunge Di Maio, “ci metteremo al lavoro per far rispettare una legge che già c’è e che ferma l’export di armi verso determinati Paesi che non riteniamo sicuri. E’ un obiettivo nostro, di questo governo, lo ha detto anche più volte il sottosegretario agli affari esteri e lo porteremo avanti”.
“Le notizie che sono emerse dagli ultimi incontri tra le due procure sono notizie molto deludenti rispetto alle rassicurazioni ricevute nei mesi scorsi: continueremo a lavorare”. Così anche il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi a margine dell’evento al Mise in merito al caso Regeni. La verità sull’omicidio di Giulio Regeni “rimane un punto fermo” e la ricerca della verità “non ha alcun paragone con i rapporti commerciali ed economici” tra Italia e Egitto: “la verità su un’uccisione così barbara per noi rimane un punto fermo e lo abbiamo costantemente ripetuto in tutti gli incontri con le autorità egiziane al più alto livello”. Alle autorità del Cairo, sottolinea, “chiederemo di portare la verità e la giustizia sul caso di Giulio Regeni : le decisioni delle aziende spettano alle imprese che hanno un loro ambito di autonomia ma ne parleremo a livello di governo appena il presidente del consiglio Giuseppe Conte rientra dal G 20”, sottolinea Moavero in merito ai rapporti delle aziende italiane in Egitto. Anche Fratelli d’Italia interviene nella vicenda: ”Ieri abbiamo per primi espresso al presidente Fico la nostra condivisione di un’azione che possa realmente sollecitare una svolta nelle indagini e rendere giustizia a Giulio Regeni, un italiano morto in Egitto in condizioni ancora tutte da chiarire”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida. ”Tuttavia – aggiunge – abbiamo sottolineato che, se all’iniziativa della terza carica dello Stato non fossero seguiti atti concludenti e ufficiali anche da parte del governo, la decisione della Camera sarebbe risultata velleitaria e di effetti limitati, oltre che discutibile dal punto vista istituzionale”. “Da soli – conclude il presdidente dei deputati di Fratelli d’Italia – abbiamo chiesto che il governo si esprimesse sul tema in maniera inequivocabile, ricevendo però dal ministro Fraccaro solo una condivisione a titolo personale”. Anche Forza italia commenta: ”L’Italia deve esigere tutta la verità sul caso Regeni. E bene fanno, quelli che hanno i poteri, ad andare avanti nelle indagini senza guardare in faccia nessuno. Ma tornare alla rottura dei rapporti con l’Egitto sarebbe una follia. Non solo per gli interessi energetici che l’Italia ha, ma anche per il ruolo fondamentale che l’Egitto di Al-Sisi ha nel controllo dei flussi migratori”. Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri (Fi) “Il Cairo collabora in maniera seria e fattiva – aggiunge – per evitare che gli arrivi verso l’Europa si moltiplichino. E l’ho constatato personalmente quando, mesi fa, ho incontrato, insieme ad altri parlamentari italiani, il Presidente egiziano. Inoltre ricordiamoci che l’alternativa a persone come Al-Sisi sono i Fratelli Musulmani”. “L’Egitto ha già sperimentato – prosegue – una tragedia di questo tipo e non credo che il mondo abbia interesse a ripetere l’esperimento. Verità su Regeni ma rispetto per il popolo e le istituzioni egiziane. Le rotture parlamentari, politiche o diplomatiche sono un grave errore al quale non ci si deve in alcun modo associare”.