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Terrorismo, persi i territori, l’isis alza il tiro delle minacce: il pericolo aumenta

Terrorismo, persi i territori, l’isis alza il tiro delle minacce: il pericolo aumenta

Cronaca - di Redazione - 28 Novembre 2017 alle 13:51

la guerra non è finita: e per guerra si intende quello stato di minaccia e di allerta globale in cui versa l’intero pianeta da quanto il terrorismo è diventata una strategia bellica da applicare senza confini nel mondo; da quanto non c’è più un esercito in divisa, il nemico non è in trincea ma ovunque, e le vittime sono civili presi alla sprovvista nella loro quotidianità, in preghiera, al lavoro, in metro, a un concerto, in strada…

Persi i territori l’Isis alza il tiro delle minacce

E allora, teorie belliche e strategie militari si aggiornano al terrore targato Isis e, è convinzione sempre più accreditata, che da quando i miliziani al soldo del Califfato hanno perso presidi e territori in Iraq e Siria, è aumentato ovunque il rischio di attentati. Una teoria riconosciuta e formulata, una volta di più, dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, che a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico della Scuola di perfezionamento delle forze di polizia, ha ribadito: «Islamic State ha rappresentato per due anni una sorta di laboratorio inedito in cui l’operatività simmetrica si è coniugata con un’operatività asimmetrica, quindi un’occupazione di territori con un’attività di carattere terroristico. Nel momento in cui paradossalmente è venuto meno un asset fondamentale di questa strategia di azione, e cioè l’occupazione di territori, è ovvio che l’aspetto asimmetrico ha assunto e assumerà un’importanza e un pericolo maggiore per quanto ci riguarda».

Ecco perché è aumentato il rischio di attentati

Di più: questo accade, ha spiegato Gabrielli, «sia con riferimento al ritorno di combattenti, anche se molti di questi si pensa che si possano ricollocare in alte aree di crisi, e per il fatto che ci sono due zone a noi molto vicine come il Nord Africa e i Balcani, che hanno prodotto nel tempo una quantità elevata di foreign fighters». Insomma, «la guerra non è finita», ha concluso Gabrielli, tutt’altro: «E paradossalmente i successi sul fronte simmetrico produrranno contraccolpi sul versante asimmetrico», ha non per niente inquietantemente concluso il capo della polizia…

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28 Novembre 2017 alle 13:51