I ladri rumeni a lezioni di furto: ecco come svaligiano le nostre case (video)

9 Nov 2017 13:00 - di Giorgia Castelli

La loro organizzazione a livello europeo è conosciuta come “L’Accademia dei ladri” rumeni.  Come riporta, il Giornale, la squadra mobile ha messo la parola “fine” alle scorribande di Robert Chele (40 anni), Vasilica Popa (37 anni), Constantin Ciocatei (28 anni) e Petrtu Adrian Chindea (18 anni). Si tratta solo di nuove “reclute” di questa famigerata scuola.  Avevano già colpito a Vienna, Parigi, Firenze e anche a Milano nel 2013, dove hanno rapinato nell’orologeria Pisa di via Verri (guarda il video). Ma, dopo l’arresto del capo, il gruppo stava cercando di riorganizzare e stava puntando a una gioielleria di via Montenapoleone. Dopo una lunga indagine la polizia è riuscita a ricostruire l’organigramma del gruppo formato da un “capo”, che gestiva l’organizzazione da Sesto San Giovanni, e tre “soldati”.

L’Accademia dei ladri rumeni: gli arresti

I malviventi sono stati così intercettati e seguiti giorno e notte dal 27 ottobre fino al 30, quando poi sono stati arrestati in flagranza mentre tentavano una rapina di “ripiego” in una gioielleria di via Lupetta, a pochi metri da di via Torino, che vende oltre 250 orologi e vari gioielli per un valore totale di 500mila euro. Per questioni organizzative, infatti, non avevano potuto fare il “colpo grosso” nel Quadrilatero che è stato pattugliato da una trentina agenti per l’intero fuine settimana. Da qui la decisione di organizzare un colpo più piccolo, attrezzandosi con martelli comprati qualche giorno prima dal capo in un centro commerciale.

La prova per i nuovi affiliati

Secondo quanto ricostruito dalla polizia, scrive il Giornale, la rapina di via Lupetta avrebbe dovuto essere una prova per i nuovi affiliati. “L’Accademia dei ladri” recluta, infatti, ragazzi poveri delle periferie romene e li prepara in modo quasi militare all’attività occupandosi poi, come in questo caso, di portarli con furgoncini in Italia, di fornire loro cellulari e materiali per costruire le molotov con cui coprire la fuga dopo le rapine. Alle nuove “reclute”, però, l’Accademia non dà mai denaro. I tre hanno, infatti, dormito per strada, in strutture abbandonate o in un parco di Milano. Gli arrestati erano talmente militarizzati che neanche davanti alla polizia hanno tradito l’organizzazione rimanendo sempre in silenzio.

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