Rilasciato don Maurizio Pallù, il sacerdote rapito in Nigeria venerdì scorso

18 Ott 2017 9:14 - di Martino Della Costa

La fine di un incubo: don Maurizio Pallù, il sacerdote italiano itinerante del Cammino neocatecumenale rapito venerdì scorso nel sud della Nigeria, è stato liberato, e proprio in queste ore in cui ricorre il giorno del suo 63°compleanno: la conferma di quella che ieri sera era solo una voce, arriva oggi direttamente dal ministro degli Esteri Alfano che, ospite di Circo Massimo su Radio Capital, ribadendo la notizia della liberazione del religioso, ha anche aggiunto che don Maurizio sta bene e che ha già risentito per telefono la madre 92enne che ora lo aspetta in Toscana per riabbracciarlo.

Rilasciato don Pallù, il sacerdote rapito in Nigeria

Come riporta in queste ore La Stampa – tra i primi a dare la notizia del rilascio dell’ostaggio – e come «già ipotizzato, il sequestro è stato opera di un gruppo di criminali locali che aveva derubato e portato via il prete mentre si recava insieme ad altre quattro persone in macchina da Calabar a Benin City per un incontro di catechesi. Tra i sequestrati non c’era solo il sacerdote, come reso noto in un primo momento, ma anche altre persone nigeriane». Poi, via via che passano le ore, si aggiungono nuovi dettagli e nuove indiscrezioni sul sequestro e sulla detenzione degli ostaggi, finiti nelle mani di un gruppo all’interno del quale – ha raccontato lo stesso sacerdote rapito – gravavano pericolose divergenze in merito a quella che avrebbe dovuto essere la sorte degli ostaggi. «In particolare – riporta sempre La Stampa – uno dei rapitori, che si vantava di aver già ucciso quattro persone, li minacciava continuamente di morte. Il capo, invece, con il quale Pallù racconta di aver “stabilito un buon rapporto”, ha deciso invece per la loro liberazione. Probabilmente è stato pagato un riscatto, ma per ora di questo non ci sono conferme ufficiali». 

Le trattative seguite dall’Unità di crisi della Farnesina

Quel che è certo, invece, è che negli ultimi giorni le fasi della trattativa, seguita nel più stretto riserbo e nella convinta determinazione a riportare presto il religioso a casa dalla Unità di crisi della Farnesina, sono entrate nel vivo. Del resto, la risonanza data al rapimento da diversi media rischiava di creare ulteriori tensioni che avrebbero potuto far alzare la posta in gioco da parte dei rapitori: non si è mai esclusa in queste ultime ore, infatti, l’eventualità di altre imboscate: una tragica ritualità, in queste circostanze, considerando anche che proprio in quella particolare area della Nigeria, quello di don Pallù non è certo il primo caso di rapimento di un sacerdote (e proprio don Maurizio aveva subito un attacco nel febbraio del 2016 ndr) e che non sempre rapimenti e trattative di riscatto del genere si concludono con il lieto fine. Lieto fine che, fortunatamente, ha riguardato il sequestro di don Pallù.

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