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Migranti, è emergenza continua: gli agenti costretti a lavorare gratis per “accoglierli”

Cronaca - di Lorenza Mariani - 20 Aprile 2017 - AGGIORNATO 20 Aprile 2017 alle 16:41

La macchina dell’accoglienza, perennemente in funzione, è da rottamare: eppure continua ad essere sottoposta a turni strazianti e a un super-lavoro che non le è più possibile affrontare. Il flusso ininterrotto degli sbarchi di migranti e profughi e l’immane mole di servizi che l’accoglienza prevede, contano su strutture al collasso ormai da troppo e su uomini e agenti che, tra assistenza e controlli, smistamento e ordine pubblico, sono alle stremo delle forze e delle possibilità. Uno stato di crisi ormai endemizzata rispetto al quale non reca alcun sollievo neppure la collaborazione garantita dalle varie associazioni di volontariato o dalla cooperative finanziate dallo Stato.

Emergenza sbarchi: agenti costretti a lavorare gratis

Così, succede per esempio, quanto registrato nelle ultime ore a Vibo Valentia dove, l’approdo del rimorchiatore che aveva appena finito di recuperare nel Canale di Sicilia gli ultimi – per il momento – 1800 migranti, ha finito per dare il colpo di grazia alla già provata questura calabrese, i cui uffici sono letteralmente presi d’assalto ormai da tempo incalcolabile. E così, come denucnaito dal Coisp Calabria e riportato in un esaustivo servizio de il Giornale, “per le operazioni necessarie, i colleghi dell’ufficio immigrazione della questura vibonese dovranno lavorare per una settimana gratis”. Proprio così: gli agenti addetti all’accoglienza, allo smistamento e al controllo dei migranti e del territorio che li accoglie, insomma all’emergenza sbarchi, dovranno lavorare una settimana di straordinari non retribuiti.

Un’emergenza continua di cui non si vede la fine

E chi sa se basterà una settimana di lavoro e di sacrificio economico: a Vibo Valentia, infatti, uno dei porti più sfruttati, risultano essere solo 7 gli agenti impegnati nelle operazioni di sbarco e di assistenza dei migranti: risorse che diventano ancora più esigue se consideriamo quantità e qualità dell’impegno richiesto, spesso anche a fronte del fatto che il più delle volte gli immigrati si rifiutano persino di farsi identificar e aiutare, complicando ulteriormente il lavoro. E in tutto ciò il governo continua ad aprire le porte senza porsi il problema delle difficoltà in cui operano gli uomini e le donne addetti all’accoglienza che sull’uscio continuano a ricevere e ad assistere, anche a retribuzione zero, e sulle cui spalle è stato interamente addossato il peso di una emergenza continua, di cui non si intravede la fine.

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20 Aprile 2017 - AGGIORNATO 20 Aprile 2017 alle 16:41