
Tragedia ad Arezzo, 18enne litiga col padre e lo uccide a colpi di fucile
Cronaca - di Gabriele Alberti - 27 Febbraio 2017 alle 09:07
Una tragedia familiare, un cazzotto allo stomaco. Un ragazzo di 18 anni, al culmine di una violenta lite con il padre, ha impugnato il fucile che aveva in casa e gli ha sparato, uccidendolo. È accaduto intorno alla mezzanotte e mezza in una villetta alle porte di Lucignano, in provincia di Arezzo. Il giovane ha poi chiamato i carabinieri per denunciarsi. La vittima, Raffaele Ciriello, aveva 51 anni ed era un fabbro. Secondo quanto emerso, la doppietta era regolarmente detenuta in casa. Sul posto è arrivato il 118, ma per l’uomo non c’è stato niente da fare. In base a una prima ricostruzione, si tratterebbe di un delitto d’impeto ma i carabinieri, intervenuti con il sostituto procuratore Laura Taddei, non escludono alcuna ipotesi. Ancora da chiarire i motivi che hanno fatto degenerare la discussione in tragedia.
Arezzo sotto choc
“Mi chiamo Giacomo Ciriello, abito a Lucignano, venite ho ucciso il mio babbo“. Così la chiamata ai carabinieri. Stando alla prima ricostruzione dei media locali il giovane ha atteso il rientro dell’uomo e quando è salito sul balcone per entrare in casa, è uscito dalla porta finestra imbracciando l’arma ed ha fatto fuoco a bruciapelo puntando la canna al volto. Giacomo Ciriello viveva con il padre con il quale lavorava da fabbro nel laboratorio sotto casa. I genitori si erano separati e la mamma non era presente al fatto. Le incomprensioni tra figlio e padre, nel contesto complesso della separazione, potrebbero aver deteriorato il rapporto fino a far scattare la molla omicida nel ragazzo. Tutto il paese è sotto choc, senza parole.