Scuola, niente blocco degli scrutini. Ma la piazza dei prof non molla
Scongiurato il blocco degli scrutini, l’ultima spiaggia evocata dai sindacati, da settimane mobilitati contro la riforma della scuola che nelle prossime ore verrà votata alla Camera per poi approdare al Senato. L’Autorità di garanzia per gli scioperi ha ricevuto, da parte di Unicobas, Cobas e Usb, le proclamazioni di due giorni di sciopero, da effettuarsi successivamente alla chiusura delle scuole, ma hanno esplicitamente escluso ogni forma di blocco degli scrutini per i cicli terminali del percorso scolastico.
No al blocco degli scrutini
«I predetti sindacati, conformandosi a quanto già dichiarato dall’Autorità – si legge nel comunicato del garante – hanno escluso ogni forma di blocco degli scrutini per i cicli terminali del percorso scolastico (esami di terza media, maturità, abilitazioni professionali). In ordine alle astensioni dagli scrutini delle classi intermedie, l’Autorità di garanzia si riserva di decidere nei prossimi giorni, poiché sta valutando complessivamente le proclamazioni di sciopero, che stanno via via pervenendo, allo scopo di evitare che l’attuazione delle astensioni, possa produrre, in concreto, una violazione della normativa». Ma il no al blocco degli scrutini non sembra soddisfare Mimmo Pantaleo, segretario del Flc-Cgil, che prosegue il pressing: «In assenza di risposte pensiamo anche allo sciopero degli scrutini. Con gli altri sindacati cercheremo di trovare una sintesi…»
La piazza dei prof
«Se vorranno farlo hanno tutto il diritto di farlo», ha detto Matteo Renzi mettendo in guardia dal blocco degli scrutini, «ma sarebbe un errore clamoroso perché va contro i ragazzi e le famiglie». I prof non mollano la presa: davanti a Montecitorio sono in tanti a protestare contro la “buona scuola” renziana mentre l’Aula di Montecitorio affronta il rush finale secondo il ruolino di marcia imposto dal premier. «Questa piazza ci dice di andare avanti», ha detto Pantaleo, durante il sit-in degli insegnanti – questo ddl anche con modifiche è inaccettabile e incostituzionale». Se non sarà blocco degli scrutini saranno occupazioni simboliche, «dobbiamo aprire le scuole a un dibattito pubblico con le famiglie, gli enti locali, gli insegnanti», dicono i sindacati che pensano a una nuova giornata di mobilitazione nazionale». Davanti all’ingresso della Camera decine e decine di insegnati proseguono la protesta: striscioni e slogan urlati al megafono (“ritiro, ritiro”) perché Renzi si rimangi il pasticcio sulla scuola.
CLL/MRS