La Lorenzin in vena di consigli materni: donne, allattate troppo poco

8 Mag 2015 16:05 - di Augusta Cesari

Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in dolce attesa, è anche in vena di consigli materni e commentando l’apertura della campagna per la promozione dell’allattamento al seno – che quest’anno ha lo slogan “Mamma, che latte!” – ha voluto fare un proclama: «I dati ci dicono che le mamme italiane non allattano secondo le indicazioni degli esperti e vanno quindi supportate ed incoraggiate a farlo. Questo gesto semplice – prosegue il Ministro Lorenzin – rafforza il legame straordinario e strettissimo tra mamma e bambino stabilito durante la gravidanza e fornisce al neonato l’alimento migliore per la sua crescita».

Allattamento: la Lorenzin forse non sa che…

È cosa nota a tutte le future mamme che il latte materno è infatti più facilmente digeribile e contiene tutti i nutrienti nelle giuste proporzioni necessari alla crescita del neonato, contiene anticorpi e altri fattori protettivi: «Allattare al seno fa bene alla mamma e al bambino, capire il valore di questo gesto – insiste Lorenzin- significa apprendere l’importanza che la corretta alimentazione riveste sin dai primi momenti di vita». Le raccomandazioni del ministro sono atti dovuti, ma dietro le parole la reltà è un’altra.  Sempre più spesso lo stress delle mamme e fattori ambientali congiurano negativamente sulla serenità ormonale che è la base della “montata lattea”, quel periodo che segue il parto in cui la prolattina si attiva. Non per tutte è così. Le insufficienze ormonali oggi sono molto frequenti fin dall’adolescenza e spesso si cronacizzano. Inoltre la depressione post-partum che miete tante vittime altera la produzione di latte. Allattare significa non prendere medicinali invasivi e allora, nente bebè al seno.

Ecco cosa congiura contro le donne

Altri fattori che impediscono questo gesto è spesso la voracità di certi neonati rispetto ad altri. Qui la natura si adegua: se il latte materno non è sufficiente, al piccolo va somministrato un biberon, che spesso vuol dire abituarsi a questo doppio regime, che rallenta fino ad esaurire, l’autoriproduzione naturale di quello materno. Spesso i neonati hanno dificoltà con la suzione, si parla di bimbi pigri. Insomma, la casistica è così varia che spiace constatare che ci sia chi pensa solo a una cattiva propensione all’allattamento da parte delle donne. A meno che il ministro non si riferisca a quelle che evitano di farlo per badare alla linea, ma sono la minoranza. La Lorenzin si appella all’Oms che prescrive l’allattamento minimo fino a sei mesi, senza rendersi conto che molte donne devono rientrare al lavoro molto prima per evitare di perderlo e l’assenza da casa costringe al biberon per evitare tempi di attesa lunghi per il povero fantolino affamato. Una campagna in tal senso andrebbe fatta coinvolgendo datori di lavoro, infrastrutture e una sensibilità sociale che mancano totalmente all’appello. Speriamo che quando darà alla luce i suoi gemelli, la Lorenzin ne prenda atto.

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