La “love story” con Fidel Castro mette nei guai Hollande: «Ma sai chi è?»

12 Mag 2015 15:46 - di Priscilla Del Ninno

La destra francese insorge contro Hollande: quelle strette di mano con Fidel Castro, che hanno marchiato a caratteri di fuoco la visita istituzionale a Cuba del presidente socialista. Quei colloqui riportati come «amichevoli» e «cordiali». Quegli scatti che trasudano compiacenza e simpatia per il dittatore comunista, a cui sembra che l’invecchiamento riesca a condonare tutti gli scheletri nell’armadio, non sono piaciuti ai francesi. E per la verità, non solo a loro.

Hollande nel mirino delle polemiche

«Non vedo quale onore ci possa essere a incontrare quello che è stato uno dei dittatori della peggior specie», ha dichiarato su Bfm-tv, tra gli altri, l’ex ministro della destra Bruno Le Maire, ricordando come il lider maximo abbia «oppresso migliaia di cubani, riempiendo le prigioni, e asfissiando la libertà d’espressione». Un parere condiviso, tanto che critiche simili sono arrivate anche da molti altri esponenti dell’Ump, tra i quali per esempio un’altra ex ministra come Valérie Pecresse. E non solo. E a poco è valso replicare in maniera infantile e decisamente ancor meno politicamente articolata – come invece parte della sinistra d’oltralpe ha fatto – ricordando la fastosa accoglienza che Nicolas Sarkozy riservò a suo tempo al leader libico Muammar Gheddafi. Un argomento debole, funzionale più che altro a mal celare l’insofferenza per l’ultimo exploit elettorale – le provinciali – dell’ex numero dell’Eliseo e leader dell’Ump.

Il colloquio “amichevole”

Al di là delle parole, delle polemiche e delle recriminazioni, allora, restano in primo piano, e saltano decisamente agli occhi, quelle immagini pubblicate dai media cubani e internazionali in questi giorni, che rilanciano sorrisi, strette di mano e facce compiaciute tra Fidel Castro e Françoise Hollande nel corso dell’incontro alle prese con tutto e niente, ma ben confezionato e rivenduto ad arte come un colloquio sulla questione dei «legami storici fra Cuba e Francia» e inerente anche diversi argomenti relativi «l’attualità internazionale». Con il primo, Fidel, che appesa al chiodo la mimetica e il berretto con visiera d’ordinanza, indossa ormai da anni la bucolica divisa da ottantottenne dimesso che mal si addice al suo curriculum di dittatore irremovibile. E con il secondo, Hollande, che in classica giacca e cravatta di rigore, si mostra agli obiettivi come il testimonial di un socialismo d’oltralpe, tra compromessi e incongruenze, alla strenua ricerca di – e di un’immagine – politica vincente. Non a caso, tra ideologie tramontate e icone annacquate, ammiccamenti e complimenti, secondo quanto riportato anche dall’organo ufficiale del Partito Comunista CubanoGranma, Hollande e Castro si sono ammirati vis-à-vis, «in un clima cordiale e amichevole», alla “volemose bene”. Un clima evidentemente di moda da quando il disgelo dei rapporti tra Cuba, Obama e gli Usa, ha cominciato ad addolcire i cuori di tutti. Capi di Stato europei compresi…

 

 

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