Foggia, uova e fumogeni contro Salvini. La polizia carica i manifestanti

11 Mag 2015 15:56 - di Fortunata Cerri

Tensioni a Foggia durante la visita di Matteo Salvini. Le forze dell’ordine hanno caricato una cinquantina di manifestanti che hanno lanciato fumogeni, contro l’ingresso dell’hotel Cicolella dove era entrato il leader della Lega Nord per un incontro elettorale.

La polizia carica i manifestanti

I manifestanti inizialmente protestavano con slogan e striscioni contro la Lega. Poi hanno cominciato a lanciare pomodori, uova, banane e anche fumogeni, alcuni dei quali contro gli uomini delle forze dell’ordine che presidiavano l’ingresso.  A quel punto è scattata la “carica di alleggerimento”. È stata chiamata anche un’autoambulanza perché una ragazza sarebbe rimasta leggermente ferita durante quei momenti concitati dell’allontanamento dei manifestanti da parte delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, ma all’arrivo degli operatori sanitari della giovane donna non c’era traccia: era comunque visibile una chiazza di sangue per terra.

Scritte contro Salvini a Roma

«Salvini Verme, Roma ti schifa, mai con Salvini»: le tre scritte sono apparse sulla serranda della sede “Noi con Salvini” nel quartiere Prati di Roma. A darne notizia il consigliere comunale di Roma Marco Pomarici del gruppo “Noi con Salvini”. «Le scritte contro Matteo Salvini sulla serranda della mia storica sede politica di via Bettolo (Municipio I Centro Storico) – ha commentato Pomarici – rappresentano solo ed esclusivamente il vile gesto di quattro imbecilli armati di vernice. Questi codardi, incapaci di confrontarsi politicamente con qualcuno che la pensa diversamente, conoscono solo lo strumento della violenza verbale e dell’intimidazione a mezzo di vernice”. Il consigliere capitolino inviata «i “coraggiosi” con la bomboletta spray ad un confronto pubblico su temi e programmi per Roma ed il Paese. A loro però una cosa la voglio dire subito. Cresce ogni giorno il numero dei romani che apprezzano le idee e i programmi di Matteo Salvini. Sono altre le persone che la Città non vuole più. E saranno le urne – conclude – appena sarà possibile, a darne notizia».

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