«Le unioni civili non ci bastano»: assedio a Montecitorio per le nozze gay

18 Apr 2015 18:17 - di Redazione

Un gruppo di coppie gay e lesbiche, insieme ad alcune associazioni, hanno manifestato davanti alla Camera dei deputati per sostenere l’approvazione del “matrimonio egualitario”, nuova formula per definire le nozze gay. La manifestazione – indetta dall’associazione radicale Certi Diritti e sostenuta, tra gli altri, da Amnesty, Arcigay, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno, Rete Lenford e Radicali Italiani –  in occasione del quinto anniversario della sentenza 138/2010 della Corte Costituzionale, che «ha sancito che anche la coppia dello stesso sesso ha diritto a essere tutelata come formazione sociale», spiega Gabriella Friso, esponente di «Affermazione civile», gruppo che «promuove azioni pilota per affermare gli stessi diritti tra coppie dello stesso sesso ed eterosessuali». Per Friso «se una legge ci dev’essere, deve affermare l’uguaglianza di tutte le coppie: matrimonio civile e unioni civili per tutti. Anche se il  Parlamento approvasse la legge sulle unioni civili, continueremo a combattere fin quando non ci sarà anche il matrimonio civile per tutti».

Le nozze gay diventano “matrimonio egualitario”

Secondo Yuri Guaiana, segretario di Certi Diritti. «A distanza di ben 5 anni il Parlamento italiano è stato incapace di dare seguito al chiaro invito della Suprema Corte, reiterato anche nel 2014 con la sentenza 170. Mentre sono ormai 14 gli Stati europei ad aver approvato il matrimonio egualitario e 21 a riconoscere le unioni civili tra le persone dello stesso sesso, in Italia si è avviata solo quest’anno una discussione parlamentare sulle sole unioni civili. A partire dalla mobilitazione delle coppie, che su questa vicenda ci mettono la faccia e la propria vita, chiediamo quindi che il Parlamento si muova a dare seguito all’invito della Corte Costituzionale e, prima che si esprima anche la Corte di Strasburgo dove pure pende un ricorso, legiferi a favore del matrimonio egualitario, ed eventualmente di altre forme di riconoscimento della vita familiare non matrimoniale che siano aperte a tutte e tutti».

 

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