Bomba carta: sono stati i granata, anzi no gli juventini. Il caos delle indagini
Bomba carta all’Olimpico di Torino: prima l’accusa è rivolta agli juventini, poi l’indagine si sposta sui granata. Invece no, altra svolta: la polizia torna sull’ipotesi iniziale, sono stati i tifosi juventini. È caos nelle indagini sugli incidenti scoppiati durante il derby di Torino, che hanno provocato 11 feriti.
Dai filmati la svolta nelle indagini
Ad accusare i granata sarebbero stati dei filmati di sorveglianza e di quelli realizzati dai tifosi da parte della polizia. In particolare, a far propendere gli investigatori per l’ipotesi che l’ordigno che ha colpito la curva granata non sia arrivato dagli spalti avversari c’è il fatto che, pochi secondi prima dell’esplosione, si vede il pubblico aprirsi e creare uno spazio vuoto. Secondo le analisi delle forze di polizia, questo sarebbe successo in concomitanza con l’accensione della bomba carta. Tutte le ipotesi restano comunque aperte, mentre da Genova, in vista della partita Samp-Juve, arriva la notizia che la Questura ha sospeso la vendita dei biglietti a scopo cautelativo.
Sale il numero degli arrestati
E sempre in base ai filmati, sono stati individuati altri 8 responsabili della invasione di campo di fine partita, mentre è salito a 15 il numero degli arrestati e denunciati nelle diverse fasi della giornata, segnata da violenze già prima che il match iniziasse, quando il pullman su cui viaggiavano i giocatori della Juve è stato preso a sassate mentre si avvicinava allo stadio. Episodio per il quale sale a due il numero dei tifosi fermati. Al bilancio attuale, che appare comunque provvisorio, vanno inoltre aggiunte la denuncia di un tifoso juventino fermato con dei fumogeni e la multa a uno steward accusato di aver fatto “imbucare” un tifoso.
La reazione di Malagò
«Sono stanco. Le sanzioni del giudice sportivo non sono sufficienti a fare cambiare l’atteggiamento di alcuni signori. Dobbiamo assolutamente andare in linea con le disposizioni legislative assunte dal governo Thatcher contro gli hooligans», ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, aggiungendo che «servono sanzioni fuori dall’ordinario, altrimenti chi paga dazio è il Paese».