Contro i cristiani nuove forme di martirio. E l’Italia è sempre indecisa a tutto

17 Apr 2015 13:27 - di

Dodici cristiani gettati in mare. C’è anche un minorenne tra i quindici senegalesi e ghanesi accusati di strage in mare con l’aggravante dell’odio religioso. A soli 17 anni era talmente pervaso da fanatismo violento da contribuire, con gli altri compagni di fede musulmana, a gettare in mare i profughi cristiani. Uno dopo l’altro. “Hanno detto che non tolleravano la nostra presenza”, racconta un testimone, anche lui cristiano. “Il driver del gommone, quando gli dicevano di fermarsi per buttare in mare qualcuno, si fermava”.

Cristiani in fuga discriminati due volte

Un’orribile novità. È la prima volta che si discrimina sulle carrette del mare in base alla fede religiosa. Commenta Domenico Quirico, inviato della Stampa e ostaggio per mesi dei ribelli siriani: “Il musulmano si è trasformato in assassino, la fede in delinquenza, la solidarietà tra i miseri è diventata sterminio… parte dei fedeli di un credo millenario sembrano corrotti alla necessità di compiere tutto il negativo del mondo…”.  La allarmante verità è che nel mondo musulmano nessuna voce può levarsi con autorevolezza unitariamente riconosciuta per condannare con forza questi atteggiamenti. E ciò mentre l’Europa ammette che la situazione è destinata a peggiorare: la migrazione del Mediterraneo sarà sempre più intensa e sempre più violenta.

L’impotenza dell’Europa e dell’Italia

E’ un “salto di qualità del terrore”, afferma giustamente il vescovo Domenico Mogavero, commissario Cei per l’immigrazione: “I cristiani devono scappare da terre di cui sono i più antichi abitanti e persino nella fuga sono discriminati, penalizzati e massacrati”. Una realtà che si scontra con l’impotenza dell’Europa e dell’Italia, dove non si è in grado neanche di cambiare le regole d’ingaggio lasciando le imbarcazioni della nostra Marina in balìa dei trafficanti libici di carne umana. E Renzi è costretto ad elemosinare a Washington l’aiuto di Obama per frenare l’Isis in Libia. E nulla mai arriverà dagli Usa senza una contropartita, a cominciare dal programma sugli F35. Così è ridotto il paese, l’Italia, che si trova al centro della bufera storica che investe il Mediterraneo. Un paese dove la latitanza della politica e la vocazione al compromesso hanno devastato per decenni ogni forma di credibilità e di autorevolezza nazionali. La vicenda del riconoscimento del genocidio armeno ma anche l’assurda storia dei marò in India lo confermano. La nuove forme di guerra di religione che sotto i nostri occhi si stanno verificando continueranno ad avere nell’Italia solo uno spettatore distratto e imbelle.

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