Macaluso: “Il Pd è allo sbando, sulle tragedie del mare ha perso la faccia”

22 Apr 2015 15:37 - di Alberto Fraglia

Le parole più dure sullo stato attuale del Pd le ha pronunciate Emanuele Macaluso.  Macaluso è  uno che se ne intende, che conosce alla perfezione quel mondo. Si è iscritto al Partito comunista nel 1941 e ne è stato per lungo tempo dirigente di primo piano. Ha diretto l’Unità  e il Riformista. Ha attraversato in lungo e in largo le vicende del comunismo italiano, ha assistito alle sue evoluzioni, ne ha raccontato le trasformazioni. Ora, a 91 anni compiuti da poco, mostra ancora una notevole lucidità nell’analizzare la condizione in cui versa la sinistra italiana e nell’individuarne i difetti. In una intervista al Corriere della Sera, Macaluso dice chiaro e tondo che sulla tragedia nel Mediterraneo, la sinistra “sta perdendo la faccia”. Qui, è il succo del ragionamento, accadono fatti epocali, tragedie immense e la sinistra che fa? Si occupa di legge elettorale.

Macaluso. Il Pd è un partito che vive alla giornata

Per Macaluso, il Pd è ormai “un partito che vive alla giornata”, senza una prospettiva, un’idea per far camminare la società. E se un partito non ha cultura, identità, valori e regole, può succedere qualunque cosa. Succede ad esempio che Renzi sostituisca come un ras qualsiasi i membri del suo stesso partito in commissione perché non condividono l’Italicum. E accade pure che la minoranza non riesca a proporre altro che emendamenti senza avanzare la benché minima alternativa. Nessuno che si chieda o faccia una battaglia “per stabilire cosa è oggi il Pd”. La campagna elettorale di Bersani nel 2013 ? Neppure un accenno alle politiche internazionali, lamenta Macaluso. Prima di lui, dopo la svolta di Occhetto, “la tensione di tutti è stata di andare al governo: D’Alema, Veltroni, Turco, perfino Mussi. Ma per fare cosa? Per Macaluso in crisi è tutto il socialismo, europeo e mondiale.

Minoranza del Pd in fibrillazione dopo le decisioni di Renzi

Critica feroce. Che arriva in un momento topico per il Pd. La decisione di Renzi di eliminare dalla commissione i dissidenti ha creato scompiglio e alimentato sospetti. C’è chi giura sul fatto che il governo abbia ormai vita breve e ipotizza addirittura un governo istituzionale affidato al presidente del Senato, Pietro Grasso, per portare il Paese alle elezioni con il Consultellum. Mentre nella minoranza del Pd, ramazzata con poco stile e una buona dose di arroganza dall’ex sindaco di Firenze, si comincia a credere che sia proprio Renzi a volerla cacciar via. In quel si va “fino in fondo”, diventato in queste ora il mantra martellante dei renziani doc, sembra celarsi il desiderio di una resa dei conti, dell’ultimo tenzone tra seguaci del capo e riottosi a seguirne le gesta. Staremo a vedere come andrà a finire: se ci saranno strappi oppure espulsioni in massa. Ha proprio ragione l’ultra novantenne Macaluso: Il Pd è ormai un partito allo sbando.

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