L’Isis scatta “selfie” a Roma ma il prefetto è sereno: «Segni di debolezza»

28 Apr 2015 15:00 - di Antonio Marras

«Le foto con il Colosseo e le minacce, ammesso che siano reali, vanno prese per quello che sono: mi preoccupano, ma mi preoccupa di più in generale la minaccia nella quale siamo, come ho sempre detto. Forse sono più indice di debolezza che di forza. Le cose prima si fanno e poi si rivendicano». Getta acqua sul fuoco  il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, parlando delle presunte foto di militanti Isis davanti a monumenti di Roma e Milano con minacce all’Italia.

L’Isis è tra noi o è uno scherzo?

“Siamo nelle vostre strade”. Circolano da ieri sul web foto con messaggi minacciosi a firma Islamic State sullo sfondo di alcuni luoghi-simbolo italiani, a Roma e Milano. “Pura propaganda, è jhihad della parola”, ha sostenuto ieri una fonte dei servizi di sicurezza, secondo cui cui non ci sono “nuovi concreti elementi di allarme” e la vigilanza “è sempre massima”. Le foto – alcune delle quali pubblicate dal quotidiano Il Tempo – circolano su account Twitter di sostenitori dell’Isis, riferisce la direttrice del Site Rita Katz, che le ha rilanciate sul proprio profilo. Un account, in particolare, quello di un tunisino fanatico del Califfato, la cui reale pericolosità è al vaglio dell’antiterrorismo. “Siamo nelle vostre strade. Siamo ovunque. Stiamo localizzando gli obiettivi, in attesa dell’ora X”: questi i messaggi, scritti a penna su dei foglietti in italiano, arabo e francese e tenuti in mano probabilmente dalla stessa persona che scatta la foto. Sullo sfondo diversi scorci, dal Colosseo, al Duomo e alla stazione di Milano. Immortalati anche mezzi della Polizia di Stato e della Polizia locale, sempre del capoluogo lombardo, fermate della metropolitana, tratti autostradali (la Milano-Venezia, uscite di Dalmine e Trezzano sull’Adda) e bandiere dell’Expo. Sui foglietti anche una sorta di logo del Califfato. In un caso, sotto alla scritta Islamic State in Rome, appare anche la “firma”: Omar Moktar. E’ questo il nome di un leader di Al Qaida, ma Omar al-Muktar è pure il “Leone del Deserto”, il famoso eroe nazionale libico che condusse negli anni 20 la guerriglia anticoloniale contro gli italiani. Chiunque sia l’autore di questi messaggi, per l’intelligence italiana questa è “pura propaganda, guerra psicologica. Speriamo bene,

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