«Euro, un grande errore»: parola di premio Nobel per l’economia
Euro, un grande errore. Parola di premio Nobel per l’Economia. Joseph Stiglitz non ha dubbi ed esprime chiaramente tutto il suo pessimismo in una intervista su La Stampa: «In passato -ha spiegato il professore della Columbia University – l’Europa è già arrivata sull’orlo del precipizio e poi è tornata indietro. Può succedere ancora, ma stavolta temo che cada». Per Stiglitz l’aver varato l’euro é stato un grande errore «e quando fai uno sbaglio così, comprometti tutte le migliori intenzioni che puoi avere». Il professore, per farsi capire, è entrato nel dettaglio: «Per creare una moneta unica servono condizioni che non esistevano. Oltre a questo, però, se la crei hai bisogno di istituzioni che la facciamo funzionare, come una vera unione bancaria. Negli Usa, poi, abbiamo la flessibilità fiscale, che ci consente di adeguarci alle situazioni: se la California è in difficoltà, possiamo mandarle soldi, e i suoi lavoratori si possono spostare».
Euro uguale errore
«La speranza era che col tempo l’Europa – ha aggiunto il Nobel – avrebbe messo mano a queste riforme, e la crisi del 2010 era sembrata il momento giusto». Invece? Invece, è stata l’accusa di Stiglitz, gli europei hanno fatto «il minimo indispensabile, aggiungendo un’altra policy che gli economisti di tutto il mondo avevano già screditato: l’austerità. Persino il Fondo Monetario Internazionale vi ha detto che non funzionava, perché l’aveva provata in Asia ed era fallita. Voi invece avete optato per il compromesso generato dalla troika, che ha portato a politiche di austerità mai viste prima in nessun paese. Il reddito in Grecia e Spagna è sceso più che durante la Grande Depressione, la disoccupazione giovanile è al 60 e 50%, il pil di Atene si è ridotto del 25% e gli standard di vita anche di più. Ovvio che Syriza e Podemos siano diventati i partiti di maggioranza: è stato un disastro politico». Attendiamo ora che qualcuno dei Soloni sempre pronti alla difesa ad oltranza della moneta unica si faccia vivo per confutare queste semplici tesi. Ma siamo più che certi che non accadrà.