Genocidio armeno, Renzi e il Pd sono gli unici che continuano a tacere
Dopo cento anni dalla tragica notte di Istanbul che diede il via al genocidio armeno finalmente il mondo si è espresso nettamente condannando la persecuzione che costò un milione e mezzo di morti tra i cristiani armeni.
Papa Bergoglio ha usato il termine genocidio senza se e senza ma, il Parlamento europeo ha condannato la persecuzione prendendo una posizione ufficiale e Barack Obama si appresta a fare la stessa cosa. Gli unici a star zitti sono Matteo Renzi e i suoi amici. Il premier tace da giorni, è l’unico al mondo a non essersi accorto che ricorre il centenario del primo genocidio della storia, che tra l’altro ispirò Adolf Hitler, che accelerò l’aggressione agli ebrei proprio confidando sullo stesso silenzio che la comunità internazionale aveva riservato alla strage dei cristiani armeni.
Il genocidio armeno e il vergognoso silenzio
Oltre al silenzio di Renzi ci sono altri due elementi vergognosi. Il primo è che alla cerimonia ufficiale nella capitale armena il governo italiano ha deciso di non essere presente. Ci saranno tutti i governi, tranne i nemici storici dell’Armenia, tranne l’Italia. A rappresentarci ci saranno, tra Hollande e Putin e tanti altri, soltanto dei parlamentari ai quali si sono per fortuna aggiunti i coraggiosi presidenti della commissioni esteri di Camera e Senato, Pierferdinando Casini e Fabrizio Cicchitto, che fregandosene del governo hanno deciso di limitare la figuraccia riservata da Renzi al nostro paese. Il secondo elemento che fa provare vergogna è che durante la commemorazione tenuta nell’omicidio della Camera dei deputati l’unico partito che non ha pronunciato la parola genocidio è stato il Pd di Renzi. Per la rappresentante del Nazareno che è intervenuta, Flavia Piccoli Nardelli, il genocidio armeno forse non è tale, a differenza di quel che dicono Bergoglio, Obama è il Paralmento europeo.
L’Armenia è un paese di cultura europea con popolazione cristiana, pur trovandosi in Asia circondato da paesi musulmani. L’Italia dovrebbe essere un paese fratello, molto più di altri e molto più impegnato nel ricordare e condannare il dramma del genocidio armeno. Invece Renzi tace, finge di non sapere. C’è da chiedersi qual è il motivo di questa amnesia e se il silenzio del premier sul genocidio armeno sia solo dimenticanza o è figlio degli interessi economici con la Turchia e con L’Azerbaigian, paese il cui Renzi si è recato con un po’ di imprenditori al seguito. Sarebbe davvero triste se la latitanza di Renzi dinanzi ad uno dei più grandi fatti tragici dell’umanità fosse dettata dalla prudenza di chi preferisce l’interscambio economico alla verità storica.