Unioni civili, strada in salita per il testo pro-gay del Pd ma il Ncd tratta su tutto
Entrerà nel vivo domani l’esame del testo sulle unioni civili da parte della commissione Giustizia del Senato quando i parlamentari saranno chiamati a scegliere se adottare o meno il testo base proposto dalla relatrice Monica Cirinnà (Pd). Oggi il capogruppo del Pd in commissione, Giuseppe Lumia, ha parlato di un orientamento generale verso questo testo. Il Movimento 5 stelle ha assicurato il suo sostegno. Ma non sono mancate posizioni di chiusura come quelle dell’azzurro Maurizio Gasparri e di Carlo Giovanardi (Ncd) e anche la Lega si è detta contraria. Maurizio Sacconi ha parlato di “mediazione impossibile” e di “testo invotabile”. Se l’articolato Cirinnà non verrà accolto, Forza Italia potrebbe chiedere di mettere ai voti quello presentato dal senatore Giacomo Caliendo oppure decidere di emendare il testo della relatrice. Intanto si attende il parere della commissione Bilancio e non si escludono problemi di copertura in particolare per quel che riguarda l’eventuale reversibilità delle pensioni. Insomma la strada per il ddl è ancora in salita.
Unioni civili, dal Pd un modello “matrimoniale”
I due provvedimenti presentano differenze sostanziali. Il testo Cirinnà disciplina le unioni civili per le coppie omosessuali e la convivenza in genere. In sostanza crea un nuovo istituto per coppie dello stesso sesso, “avvicina” le unioni gay al matrimonio introducendole direttamente nel codice civile. Viceversa il testo Caliendo riguarda coppie etero e omo e prevede su alcuni punti convenzioni da stipulare davanti ad un notaio e deleghe e dichiarazioni davanti a pubblico ufficiale. Il testo Caliendo esclude completamente le adozioni. Quello Cirinnà estende alle unioni civili la cosiddetta stepchild adoption, ossia l’adozione del bambino che vive in una coppia dello stesso sesso, ma che è figlio biologico di uno solo dei due, prevista dall’articolo 44 della legge sulle adozioni. Entrambi non modificano il testo sulla fecondazione assistita.
Nel testo Cirinnà si sottoscrive di fronte a un ufficiale di stato civile, alla presenza di due testimoni e viene iscritta in un registro comunale. E’ certificata da un documento che attesti la costituzione dell’unione e che deve contenere: dati anagrafici; regime patrimoniale; residenza. Si può scegliere uno dei due cognomi o decidere di adottare entrambi i cognomi. Nel testo Caliendo basta una dichiarazione anagrafica contestuale al Comune di residenza. Sulle cause impeditive i due testi sostanzialmente coincidono. L’unione civile non potrà essere realizzata se una delle parti: è ancora sposato; è un minore, salvo apposita autorizzazione; ha un’interdizione per infermità mentale; ha un legame di parentela; è stata condannata per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell’altra. Per quanto riguarda il regime giuridico ovvero diritti e doveri reciproci, figli, residenza, concorso negli oneri, abusi familiari, interdizione, scioglimento dell’unione nel testo Cirinnà si applicano gli articoli del codice civile. Il testo Caliendo prevede invece su questi tempi la stipula di convenzioni di convivenza davanti ad un notaio e un sostegno della durata massima di 5 anni alla parte che in caso di separazione non abbia i mezzi adeguati alla sussistenza. Sulla reciproca assistenza, infine, il testo Cirinnà riconosce alla coppia diritti di assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, subentro nel contratto d’affitto, reversibilità della pensione e i doveri previsti per le coppie sposate. La legge Caliendo su questi temi prevede una delega con atto scritto autenticato o comunicata davanti a pubblico ufficiale.