Stipendi, bonus e ferie pagate: ecco il nuovo volto della mala capitolina

24 Mar 2015 19:38 - di Redazione
droga perugia

Stipendi e bonus. Per spacciare a Roma, nel quartiere di San Basilio e nel resto della città. Eccolo il nuovo volto della criminalità capitolina: garantivano ai componenti dell’organizzazione uno stipendio fisso di 2 mila euro al mese, ‘bonus’ extra fino a 5 mila euro, ma anche 1200 euro mensili ai familiari degli arrestati, spese legali, pranzi gratis e un piano ferie. Era strutturato esattamente come una vera e propria ‘azienda criminale’ il sodalizio dedito allo spaccio di cocaina smantellato stamattina dalla Guardia di finanza, nella periferia della Capitale, con 17 arresti (8 in carcere e 9 ai domiciliari). Le indagini, durate oltre un anno, sono state condotte dalle fiamme gialle del I Gruppo Roma. A capo dell’organizzazione, ribattezzata dai sodali ‘Batteria’ per emulare la banda della Magliana, c’erano due pregiudicati della zona di 25 e 35 anni. Il gruppo, oltre che in zona San Basilio, spacciava cocaina purissima a domicilio in tutta la città utilizzando auto a noleggio per non dare nell’occhio.

Ferie pagate

Era formato esclusivamente da italiani della zona e strutturato in maniera piramidale con vedette, pusher e reggenti. Nei periodi di ferie dei sodali i capi ingaggiavano anche dei ‘sostituti’ scelti tra i giovani del quartiere. Per gli investigatori il giro di affari era di oltre 4 milioni di euro annui. Di questi circa 500mila euro era il guadagno dei capi. L’organizzazione era, infatti, in grado di cedere ogni giorno oltre 200 dosi di cocaina con un ricavo quotidiano di circa 14mila euro. Per indicare la tipologia delle confezioni c’era un codice: i “cinquini” erano dosi da 5 grammi vendute a circa 300 euro e i biglietti da 0,40 grammi che costavano 40 euro. Per ‘certificare’ agli acquirenti il proprio prodotto effettuavano sulle bustine un particolare nodo. Non esitavano, inoltre, a minacciare i cattivi pagatori.

Mala capitolina

“Se non paghi ti sparo in faccia”, avrebbe detto un sodale durante una conversazione intercettata dagli investigatori. “Lo ammazzamo de botte” avrebbero commentato in un altro episodio. Per gli inquirenti gli arrestati erano uniti da un vincolo associativo. “A me mi piace che semo tutta una ‘batteria unita’ – diceva un in un capo in un’altra conversazione – che se volemo tutti bene che non ci stanno interessi de mezzo. Stamo tutti insieme, se dovemo pijà Roma…” Nell’operazione di oggi sono stati impiegati oltre 100 militari della Guardia di finanza, inclusi i Baschi verdi, unità cinofile, un elicottero e anche un drone. Sequestrate all’interno di alcune abitazioni extralusso, situate in palazzi popolari di San Basilio, droga, armi e bilancini per confezionare le dosi. Nel corso delle indagini, iniziate alla fine del 2013, sono state arrestate altre 23 persone in flagranza di reato.

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