Rosy Bindi attacca Renzi: «Stai cancellando la nostra ragion d’essere»

30 Mar 2015 14:27 - di Redazione

Dire che ci siano fibrillazioni a poche ore dalla direzione del Pd è dire poco. Dopo Pippo Civati, che ha annunciato di non partecipare alla “conta” sull’Italicum, invitando le altre minoranze a fare altrettanto, non cedendo agli aut aut di Renzi., anche Rosy Bindi si scaglia contro Renzi, in particolare con i forti limiti dell’Italicum, che boccia senza appello. «Non faccio parte della direzione del partito ma mi sento impegnata in Parlamento a modificare una legge elettorale che presenta ancora limiti molto forti. Auspico perciò che in direzione si faccia un confronto vero e approfondito sui diversi nodi ancora aperti e non l’ennesima conta per una ratifica di scelte che non producono le riforme istituzionali di cui ha bisogno il Paese e la nostra democrazia. Le riforme servono ma vanno fatte bene pensando al futuro e non alle convenienze del presente».

Pd, Rosy Bindi: che errore l’Italicum

Parole forti e chiare. Come chiari sono i limiti che la Bindi rileva riguardo la legge elettorale, una delle riforme, appunto, fatte in fretta e male. «L’abbinamento tra riforma della Costituzione e riforma elettorale con il premio alla lista smentisce la ragion d’essere del Pd che era nato per rafforzare la democrazia dell’alternanza e il bipolarismo, e prefigura una democrazia più povera nelle garanzie istituzionali e nel pluralismo politico». Le parole di Rosy Bindi, deputata Pd e presidente della commissione Antimafia, a poche ore dalla riunione della direzione Pd serviranno a dare uno scossone alla minoranza interna al partito di Renzi? La partita è tutta da giocare, ma intanto la Bindi stigmatizza tutti i punti critici dell’Italicum secondo Renzi. «La legge elettorale presenta ancora limiti molto forti – sottolinea – Ritengo essenziale restituire il premio di maggioranza alla coalizione e non basterà diminuire il numero dei capilista bloccati». Diversamente, «il premio alla lista e non anche alla coalizione, unito alla soglia del 3%, nell’attuale contesto politico rende impossibile ricostruire forti campi politici alternativi e facilita la formazione del partito unico della nazione che con una sola Camera sede della fiducia al governo, diventa un partito pigliatutto e ha vita facile a trattare con tante piccole minoranze in lotta tra loro».

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