Anche a Roma si inaugura l’Expo, ma è quello fascista previsto nel 1942…
Si apre oggi all’Ara Pacis (fino al 14 giugno) una mostra dedicata al quartiere capitolino dell’Eur, nato come simbolo della monumentalità fascista e diventato espressione del miracolo economico degli anni ’60. La mostra, scrive il Messaggero, vuole indagare su tutte le fasi della progettazione, prevista per consacarare i successi del fascismo nel 1942, poi bloccata dalla guerra e rinvigorita nel 1951. A centro dell’Expo, il più autorevole architetto del fascismo, Marcello Piacentini. “Esposizione Universale Roma, nuova dal fascismo agli anni ’60” è il titolo del percorso espositivo, in collaborazione con Expo di Milano, dedicato all’Esposizione universale “mancata” del 1942 che portò Mussolini ad immaginare e a far costruire il primo nucleo del quartiere, fino al nuovo centro residenziale e direzionale figlio del boom economico degli anni ’60. A curare la mostra lo storico Vittorio Vidotto, che ha messo insieme fotografie, disegni e progetti d’epoca, assieme alle immagini fornite dall’Istituto Luce.
Il gemellaggio con l’Expo di Milano
Tre le sezioni della mostra, dal progetto iniziale con l’avvio delle prime costruzioni e fino allo scoppio della seconda guerra mondiale; il destino incerto del nuovo quartiere nel periodo postbellico e le difficoltà di riprendere un progetto così profondamente segnato dall’impronta fascista; la ripresa dei lavori, la destinazione allo svolgimento delle Olimpiadi del ’60, la progettazione urbanistica dell’architetto Marcello Piacentini, autore del piano definitivo dell’E42. Secondo il progetto originale l’Esposizione avrebbe accolto tutti i paesi del mondo e riservato all’Italia una sezione composta da edifici permanenti, primo nucleo di un quartiere a venire. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale bloccò i lavori e solo dagli anni ’50 in poi il quartiere, rimasto abbandonato, fu trasformato nell’attuale zona direzionale e residenziale.