Negli ospedali i malati nei corridoi. E il governo che fa? Taglia 3000 posti letto

2 Mar 2015 15:22 - di Gabriele Farro

I fatti di cronaca sono piedi di fatti negativi, molti dei quali sfociati nella tragedia. Malati nei corridoi, ambulanze che non sanno dove portare chi versa in gravi condizioni, ospedali zeppi. Qual è la risposta del governo? Cancellare anche quel che rimane di reti, materassi e stanze. Un brutto colpo, addirittura tremila posti letto in meno. Basta dare un’occhiata al nuovo regolamento che riorganizza il sistema ospedaliero italiano, stilato dal ministero della Salute e dato al ministro dell’Economia e Finanze.

Al 3 per mille i posti letto negli ospedali

Tra le novità principali, ha spiegato Renato Botti, direttore della programmazione del ministero della Salute ci sarà l’introduzione dello standard che impone un numero di posti letto negli ospedali del 3 per mille per i malati “acuti “e dello 0,7 per mille per la lungodegenza e la riabilitazione. Con i nuovi criteri i posti letto in Italia si ridurranno di tremila unità. Oggi sono circa 210mila i posti pubblici e quelli privati accreditati. Spariranno anche le mini cliniche con meno di 60 posti letto per gli “acuti” a partire dal 1 gennaio 2017. Si farà eccezione per quelle mono-specialistiche che però dovranno essere valutate dalle Regioni. La norma sarà applicata progressivamente proprio per permettere a queste strutture di riorganizzarsi anche attraverso il raggruppamento per permettere a queste di continuare a lavorare con il Servizio Sanitario Nazionale. Le più piccole, con meno di 40 posti letto, resteranno fuori dai contratti con la sanità pubblica a partire dal 1 luglio 2015.

Così uccidono  i piccoli ospedali

La rete ospedaliera verrà riorganizzata per grandi patologie: per esempio infarto e ictus, malattie rare, oncologia e pediatria. Saranno in tutto dieci per garantire la migliore qualità delle cure e dell’assistenza. Nuove norme riguarderanno anche il 118 e il Pronto soccorso con alcune indicazioni per le zone particolarmente disagiate. Infine gli ospedali gestiti dagli infermieri: avranno dai 15 ai 20 posti letto e prevedono la presenza medica di specialisti in medicina generale o pediatri così come di altri medici dipendenti o convenzionati ma con forme gestionali che vedranno per la prima volta attribuire agli infermieri un ruolo più importante. Questi ospedali faranno riferimento ai distretti sanitari. Il documento era stato condiviso in un tavolo tecnico con le Regioni ed è frutto di un’intesa Stato-Regioni in attuazione del Patto della salute. Il lavoro era partito addirittura nel 2012 ma solo quest’estate, grazie alla spinta del Patto si è arrivati alla possibilità di tirare le somme ad una riforma che stentava a decollare da anni. Il testo ha avuto un percorso non semplice anche a livello di iter burocratico con una serie di rilievi da parte del Consiglio di Stato che hanno comportato una successiva revisione fino ad arrivare alla conclusione dei lavori proprio in questi giorni.

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