La lezione di Renato Zero ai giovani: se avete problemi, non restate zitti

6 Mar 2015 18:44 - di Fulvio Carro

«Un tempo mi voltavo dalla mia motocicletta e vedevo i ragazzi con le vespe e i motorini che sfrecciavano dietro di me per strapparmi una carezza, un sorriso, una parola: fu allora che io li battezzai “sorcini” perché correvano proprio come dei topini. Oggi sono corsi lo stesso, magari questo pifferaio magico li ha sorpresi ancora una volta: mi auguro di sì perché io voglio molto bene ai giovani». Renato Zero ha premiato gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Roma e Provincia vincitori del concorso “Zero in letteratura, percorsi poetici e sociali di Renato Zero”.

Renato Zero, i sorcini, le maschere

Le maschere, l’infanzia, l’immigrazione i temi più scelti dai ragazzi che hanno ricevuto il riconoscimento a La Pelanda di Roma, dove è allestita la retrospettiva “Zero” sulla vita artistica del cantautore.«Ti senti un po’ un naufrago in questa società?», ha chiesto Renato Zero a uno degli studenti premiati: «Se uno grida perché ha bisogno – ha detto, in riferimento alla tragedia dei migranti – dall’altra sponda ci deve essere qualcuno che interviene. Ma anche per voi è la stessa cosa: quando avete un problema, non tacete altrimenti tutto rimane com’è e quelle persone che non hanno il senso della misura cresceranno sempre più violente e sempre più motivate».

L’artista che ha sdoganato temi scottanti

Con le sue canzoni, Renato Zero ha raccontato l’uomo, le sue maschere, gli ultimi. Ha sdoganato con decenni di anticipo temi come la pedofilia, la droga, il controllo delle menti, l’identità di genere. Ha lasciato un segno nel costume e nel linguaggio, sempre libero da schieramenti identitari, sessuali e culturali. L’iniziativa, promossa dall’associazione culturale Fonopoli, ha proposto ai ragazzi di riflettere sul valore sociale e sul potere «magico e abiettamente poetico», come lo ha definito Pier Paolo Pasolini, della produzione dell’artista e di analizzare il testo di una canzone tramite commento scritto o elaborazione visiva. A conquistare più di tutti la commissione è stata Valentina Rao del Liceo De Sanctis di Roma con un testo di analisi e commento della canzone “La favola mia” sul tema della maschera. «La maschera mette a fuoco la realtà, – ha commentato Renato Zero – anche quella che viviamo oggi, in cui vediamo gente in doppio petto ricoprire ruoli primari nella società che poi finisce in carcere per soprusi e violenze». Alla vincitrice e alla sua scuola sono andati due premi del valore di 1000 euro ciascuno. Un riconoscimento è stato consegnato anche a tre studentesse per la sezione “Analisi e Commento” e a tre ragazzi per la sezione “Elaborazione visiva”. Sono state infine assegnate due menzioni speciali al Liceo Pertini di Ladispoli e al Liceo Socrate di Roma.

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