La De Girolamo avverte Alfano: basta essere gli scendiletto di Renzi

21 Mar 2015 15:20 - di Gabriele Alberti

Le parole rilasciate al Corriere della Sera – «Basta fare gli scendiletto di Renzi» – sono solo l’antipasto. Nunzia De Girolamo picchia duro e sprona  il Nuovo Centrodestra a cambiare strada. «Non possiamo continuare ad essere subalterni nei confronti di un premier che ha una arroganza insopportabile anche nei confronti di un amico (Lupi,) che non è stato difeso», argomenta il  capogruppo di Area popolare  alla Camera. Uscire dalla maggioranza, e poi? «La battaglia possiamo farla all’esterno, appoggiando le riforme», argomenta dalla convention di Revisondoli, “LaboratorioFuturo”, organizzato dalla fondazione Magna Charta.

Nunzia De Girolamo avverte l’Ncd

Basta subalternità verso un “Ponzio Pilato”. Il ragionamento della De Girolamo stigmatizza duramente la mancanza di correttezza e di coraggio del premier Renzi. Questo il “crescendo”: «Se il governo ha un problema, c’è Ncd che l’aiuta. Se Renzi ha problemi con la minoranza dem, c’è l’Ncd», prosegue. «Ma se il Ncd inciampa ci dà un bel calcio nel sedere. Quel sindaco coraggioso quando si trattava di chiedere le dimissioni della Cancellieri è diventato Ponzio Pilato che, però, ha deciso di inviare un suo virgolettato al solito giornale organo della sinistra per dire: “Caro Ncd, ti voto la sfiducia”», attacca la De Girolamo. Morale della favola: «Non vorrei che arrivassimo al 2018 e che ci voltassimo indietro senza trovare più nessuno. Se Lupi doveva dimettersi, doveva farlo mezzo governo. Non ci sto ai due pesi e due misure del Pd. Resto in questo partito ma dobbiamo fare delle battaglie e dire dei no».

«Se non ci sono idee non c’è più un partito»

Stare nella maggioranza sta diventando sempre più indigesto per la parlamentare. «La politica non si fa con le poltrone ma con le idee. Se non ci sono le idee non c’è più un partito». Affermazione che è tutta un programma e rende bene il suo stato d’animo. «Non siamo del Pd, non siamo renziani. Noi siamo entrati nel governo per non abbandonare l’Italia ai grillini o alle sorti della Grecia. Non per prendere poltrone». A maggior ragione, quando le chiedono del “cambio della guardia” come capogruppo del partito risponde tranquilla. «Il ruolo che sto ricoprendo da capogruppo non è mio ma del partito. Se mi chiedessero di lasciarlo a Lupi è a disposizione».

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