I quotidiani del 5 marzo visti da destra. Dieci titoli da non perdere

5 Mar 2015 9:22 - di Renato Berio

Sui quotidiani di oggi, 5 marzo 2015, gli argomenti politici prevalenti sono la missione di Renzi a Mosca, la spaccatura della Lega con Tosi che prepara la fuoriuscita, l’allarme immigrazione che spinge la Ue a pensare alla cooperazione con i dittatori per fermare le carrette del mare, le frizioni nella maggioranza sui tempi di prescrizione.

1) La grande comica dell’asse Renzi-Grillo (Il Foglio, p.1)

Claudio Cerasa commenta l’apertura di Grillo al Pd sostenendo che la strategia del leader Cinquestelle è sempre la stessa: quando il Movimento è in difficoltà, perde pezzi, “quando insomma la base chiede al grande capo di non buttare nel gabinetto i voti ottenuti alle ultime elezioni Grillo, o chi per lui, prende fiato e per mezzora trasforma in statista l’ebetino e prova a dialogare”. Un dialogo che serve solo a dimostrare che il M5S è vivo.

2) Centrodestra senza progetto alternativo al Carroccio (Il Messaggero, p.1)

Alessandro Campi analizza le condizioni del centrodestra partendo dal presupposto che esso, così com’è stato guidato e tenuto insieme da Silvio Berlusconi, è certamente finito. E’ destinata a finire la diaspora che è seguita alla fine del Pdl radunando le insegne del centrodestra sotto l’egida di Salvini? Se così sarà ciò avverrà soprattutto per mancanza progettuale dei competitori di Salvini: si pensi all’importanza attribuita a CasaPound (“movimento che raccoglie poche migliaia di adepti”) o anche al vuoto progettuale nel campo del centrodestra. Per Campi, infine, il mondo che fu di An ha scelto “la via della subordinazione al leghismo”solo “per spirito di sopravvivenza”.

3) Le mosse dei partiti in vista delle regionali (Il Sole 24 Ore, p. 10)

Lina Palmerini fa notare l’inizio di alcune manovre tattiche in vista del voto di maggio per le regionali. In questo contesto andrebbe letta la scelta di Area popolare di schierarsi contro il governo e con FI sulla prescrizione “per cominciare a rendere visibile un riavvicinamento tra i moderati”. Stesso contesto che ha indotto il partito di Berlusconi ad abbandonare l’Aventino e tornare nelle aule parlamentari per “saggiare” le alleanze regionali, dalla Campania al Veneto.

4) Ecco il dossier segreto: 25 parlamentari pronti a salire sul Carroccio (Il Giornale, p.6)

Se ne è parlato nell’ultimo consiglio federale: ci sono una decina di senatori e almeno 15 deputati pronti a salire sul carro di Salvini. Ne scrive Paolo Bracalini spiegando che i partiti di provenienza sono tre Forza Italia, Ncd e anche M5S. Il grosso arriva però dal centrodestra, stessa area da cui sono approdati nel Carroccio Barbara Saltamartini e suo marito Pietro Di Paolo. Salvini però avrebbe qualche perplessità a fare entrare i due nella Lega. Gli hanno preparato un dossier sulle loro storie e il capo leghista avrebbe storto il naso quando l’ha letto.

5) Immigrati, tensione a Bruxelles. “Ora cooperare con i dittatori” (Corriere della sera, p. 41)

Luigi Offeddu, corrispondente da Bruxelles, spiega che l’Ue ha finalmente preso coscienza che le vecchie misure nel Mediterraneo non bastano più, “ci vuole una politica più aggressiva nei confronti dei trafficanti di esseri umani”. Il commissario europeo per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos, si spinge ancora più in là e fa un’affermazione mai prima udita a Bruxelles: per combattere i trafficanti può essere necessario “collaborare con i regimi dittatoriali”.

6) Skinhead, ex Msi, antisionisti. Le amicizie nere parallele dei duellanti del Carroccio (Repubblica, p. 6)

Oggi Tosi se la prende con Salvini per i suoi rapporti con CasaPound ma, sottolinea Paolo Berizzi in un articolo di ricostruzione non immune dai canonici pregiudizi sull’estrema destra, anche il “borgomastro scaligero” ha coccolato i fascisti, a cominciare da Piero Puschiavo, fondatore del Veneto Fronte skinhead. Altro “camerata tosiano” sarebbe Andrea Miglioranzi che ha dedicato un brano nero-rock a Erich Priebke. Conclusione: se Salvini scopre adesso i fascisti, Tosi ha il cuore nero, anche perché ha letto i libri di Pino Rauti

7) Rom feccia? Stavolta dico di più (Il Tempo, p.6)

Pietro De Leo descrive la protesta del leghista Gianluca Buonanno cancellato da Facebook per le sue frasi sui rom: “Siete la feccia della società”. “Su Fb – dice Buonanno – ho 30mila aderenti alla mia pagina, lo uso moltissimo, mi permette di avere un’interfaccia continua. Ma non è questo che mi fermerà, perché io continuerò a dire la mia, dovranno eliminarmi per farmi smettere”. Quanto ai rom: “Utilizzano i bambini per i borseggi e l’elemosina. Ma che gente è? E gli italiani non ne possono più. Sostenere questo non significa essere razzisti, ma avere senso della realtà”.

8) In India lo stupro resta tabù. Censurato il film di denuncia (La Stampa, p. 17)

Vietato il documentario che racconta l’orribile storia di una studentessa di 23 anni, violentata sul pullman privato che avrebbe dovuta portarla a casa. Stuprata ripetutamente e con una sbarra di ferro da 6 passeggeri del bus protetti dall’autista, la ragazza morirà dopo 13 giorni di agonia. A impensierire Delhi è l’intervista all’autista in carcere che addossa la colpa alla vittima: si sarebbe salvata se non avesse opposto resistenza e poi, aggiunge, le donne per bene non vanno in giro a quell’ora di notte. La ragazza tornava a casa dopo il cinema assieme a un amico, che venne picchiato a sangue. Ora in India il film vietato è un caso, come ci racconta Francesca Paci.

9) Femminismo e ideologia gender. Le differenze necessarie (Avvenire, p.1)

Un editoriale di Paola Ricci Sindoni commenta il fatto che sta per essere presentata all’Onu la richiesta di inglobare nel quadro teorico e pratico del sistema gender il movimento femminista, assieme alle associazioni Lgbt. Una resa al pensiero unico che appiattisce l’essere umano alla sola dimensione dell’essere vivente in continua evoluzione e non tiene in alcun conto la differenza sessuale.

10) Battisti scatena gli amici. E partono ricorsi e rinvii (Libero, p. 16)

Andrea Morigi informa i lettori sulle contromosse di Cesare Battisti dopo la sentenza che lo dichiara “irregolare” in Brasile. L’ex terrorista si è fatto intervistare da Le Monde per riprendere il contatto con l’intellighentia francese che lo protesse durante la sua latitanza. “Ora la partita si gioca sui tempi della giustizia e dei rinvii, sui cavilli giuridici ma anche sulla solidareità da parte di vecchi e nuovi poteri”, tra cui il Consiglio di Stato brasiliano che si appresterebbe a fare ricorso contro la sentenza che non consente più la permanenza di Battisti in Brasile.

 

 

 

 

 

 

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