Il Giappone ha varato la sua più grande portaerei dalla fine della guerra
No, non è la Marina imperiale giapponese di Pearl Harbor, ma la attuale Forza di autodifesa marittima del Giappone, quella che ha varato, nel porto di Yokohama, la più grande nave dalla fine della seconda guerra mondiale. Si tratta di un imponente cacciatorpediniere portaelicotteri della classe Izumo, del tutto simile alla nostra Cavour, a sentire gli esperti. 27mila tonnellate, 248 metri di lunghezza, 470 uomini di equipaggio che diventano 970 con le truppe da sbarco, 50 mezzi da sbarco, 9 elicotteri, la Izumo diventa l’ammiraglia della potente flotta giapponese. In futuro potrà ospitare anche gli F35 mentre per ora accoglie solo gli aerei a decollo verticale. La Izumo è costata un miliardo di dollari e fu iniziata nel 2010. Nel 2018 dovrebbe arrivare anche una nave “gemella”. Come si ricorderà, dopo la seconda guerra mondiale, con la resa incondizionata di Tokyo e l’occupazione alleata, la nuova costituzione afferma che «il popolo giapponese rinuncia per sempre alla guerra come diritto sovrano della nazione e alla minaccia dell’uso della forza come mezzo per risolvere le dispute internazionali».
La portaerei Izumo è costata un miliardo di dollari
Per questo il varo della Izumo ha suscitato qualche malumore a livello internazionale, soprattutto da parte della Cina, con cui il Giappone ha questioni aperte per quanto riguarda alcune isole del Mar cinese meridionale. Anche la Corea del Nord potrebbe sentirsi minacciata. In effetti la flotta giapponese è attualmente una delle più grandi del mondo, certamente rientra tra le prime dieci, con le sue circa 120 navi da combattimento tra cui 20 sottomarini. Con la flotta operano anche 180 aerei e 135 elicotteri. Il ministro della Difesa nipponico, generale Nakatani, ha messo l’accento sul fatto che questa nave potrà essere utilissima nelle operazioni di peace-keeping e in caso di aiuti tempestivi nelle calamità naturali. Il Giappone, alleato della Nato, ha già partecipato e partecipa a diverse operazioni internazionali di pace tra cui Enduring Freedom e alla missione nati-pirateria nelle acque somale.