Ubriaco e contromano, fece 4 morti: albanese assolto dal reato di omicidio

12 Mar 2015 13:41 - di Luca Maurelli

Il signor Beti si è affidato in buone mani, ottime, le migliori d’Italia, quelle dell’avvocato Franco Coppi, reduce dall’assoluzione di Silvio Berlusconi al processo Ruby. E il miglior penalista d’Italia è riuscito in un vero e proprio miracolo, che però suona come un’atroce beffa per le famiglie delle quattro vittime: in Cassazione, l’imprenditore albanese, accusato di aver fatto una strage in autostrada, percorsa da ubriaco, contromano, per 3o km, per dimostrare alla fidanzata di essere bravo a fare gli slalom, è stato assolto dall’accusa di omicidio stradale volontario: la Suprema Corte ha infatti annullato con rinvio la maxi-condanna a 21 anni di reclusione inflitta a Ilir Beti per quell’incidente in cui Suv morirono quattro ragazzi francesi il 13 agosto 2011.

Per l’albanese solo “colpa”, non “dolo”

 

Non è passata, dunque,  la linea giurisprudenziale dell’omicidio volontario, recepita invece, per la prima volta, nella sentenza di primo grado. Beti, imprenditore albanese, la sera del 13 agosto 2011 b, era già stato cacciato da un locale pubblico e aveva accanto a sè una ragazza addormentata, quando decise di imboccare contromano la A26 per dimostrare a sè stesso la sua abilità alla guida. Per i quattro ragazzi francesi non ci fu nulla da fare. Per quella strage Beti fu condannato a 21 anni e 4 mesi di carcere per omicidio volontario con dolo eventuale: condanna eccezionale per un incidente stradale, confermata poi in appello a Torino. Ma i supremi giudici sono stati di diverso avviso e hanno seguito l’indicazione del sostituto procuratore generale Gabriele Mazzotta, che aveva chiesto l’annullamento con rinvio della condanna di Beti. Ora si torna in Appello

Le promesse a vuoto di Renzi

L’introduzione del reato di omicidio stradale fu una delle promesse fatte dal premier Renzi appena arrivato a Palazzo Chigi. Ma di quella legge non c’è ancora traccia nonostante i numerosi appelli, l’ultimo dei quali arrivato ieri. L’Asaps, l’Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale, “fin dall’inizio ha condiviso la nostra proposta impegnandosi personalmente, affinché risolva questa situazione, ormai da troppo tempo in  stallo, superando le difficoltà che emergono dalle Commissioni parlamentari, in particolare la Commissione Giustizia, dove deputati e senatori, di cui molti  provenienti dalle file degli avvocati ed ex magistrati non dimostrano una particolare tensione verso questa nuova norma». 

 

 

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