Via i vitalizi ai parlamentari condannati? Pomicino: «Ci rovinano»
«Vitalizi ai condannati? Facessero quello che vogliono. Ma il vitalizio è una pensione minore, non c’è la tredicesima e altre cose. Non è un privilegio, anzi». Lo dice alla Zanzara su Radio 24 l’ex ministro Paolo Cirino Pomicino, condannato a un anno e otto mesi per finanziamento illecito e a due mesi per corruzione per i fondi neri dell’Eni. Pomicino ha un vitalizio come ex deputato di 5.573 euro al mese. «Se tolgono i vitalizi ai condannati – dice Pomicino alla Zanzara – li tolgono alle famiglie, alle vedove. È un’aggressione. Lo tolgono alla mia famiglie, io sono ormai all’ultimo miglio da percorrere. Perché vogliono punire le famiglie? Se si tolgono i trattamenti previdenziali si puniscono le famiglie». «I vitalizi, le pensioni – continua Pomicino – appartengono alle famiglie, non alla persona. Se avessi saputo, ero un medico autorevole, avrei fatto il medico invece di fare il parlamentare. Avrei guadagnato di più». «In Italia – dice ancora l’ex ministro Dc a Radio 24 – i condannati per reati gravi mantengono la pensione. Molti di noi sono stati condannati per finanziamento illecito ai partiti».
Un senatore insorge: «Giù le mani dai vitalizi»
In difesa dei vitalizi per i parlamentari condannati è intervenuto con una nota il senatore del Nuovo Psi, Lucio Barani. «Evitiamo di incorrere nel rischio di leggi speciali sulla scorta di un diffuso populismo. Ciò accade nei regimi dove si ha una contrazione dei diritti e delle libertà fondamentali», attacca Barani. «In una democrazia, invece, – prosegue il parlamentare – non è immaginabile ipotizzare la soppressione di un diritto acquisito. Come è quindi possibile immaginare di eliminare il vitalizio a chi, in qualità di rappresentante eletto del popolo, ha per decenni ricoperto incarichi parlamentari in base a ben precise regole, nel rispetto di leggi e normative?».