Ucciso a colpi di machete dai fondamentalisti islamici il blogger Avijit Roy
Ucciso a Dacca a colpi di machete da un commando quasi certamente composto da militanti fondamentalisti islamici. E’ morto così Avijit Roy, scrittore e blogger ateo del Bangladesh naturalizzato americano, noto per il suo impegno a favore del laicismo e contro la strumentalizzazione della religione a fini politici. Quando è stato aggredito all’improvviso, Roy, un bioingegnere di 42 anni, era insieme alla moglie Bonya, anche lei blogger, ed aveva da poco lasciato la Fiera del Libro in corso nella capitale durante cui sono stati lanciati due suoi saggi, ‘Biswaser Virus’ (Il virus della fede) e ‘Sunyo theke Mahabiswa’ (Dal vuoto al grande mondo). L’attacco è avvenuto, fra l’altro, sullo sfondo di una dura protesta avviata il 5 gennaio in tutto il Paese da una ventina di gruppi e movimenti guidati dal Partito nazionalista del Bangladesh (Bnp) e dal Jaamat-e-Islami che esigono elezioni anticipate e che ha accumulato un bilancio di decine di morti.
Avijit Roy aveva ricevuto minacce in passato
Trasportato in ospedale, Roy è apparso subito in condizioni disperate per tre profonde ferite al cranio, ed è morto poco dopo in sala operatoria. La moglie, invece, non è in pericolo di vita, anche se ha perso un dito nel disperato tentativo di difendere il marito. Il professor Sohel Mahmud, che ha realizzato l’autopsia, ha confermato che gli assalitori “erano dei professionisti determinati ad uccidere e che sapevano esattamente come farlo”. Sarebbe stato impossibile ucciderlo, ha assicurato, “senza pianificazione, mestiere e brutalità”. E’ confermato che lo scrittore, animatore del popolare blog in bengali ‘Mukto-mona’ (Libera mente), aveva ricevuto minacce dopo l’arrivo in Bangladesh il 13 febbraio scorso, ma non aveva presentato alcuna denuncia alla polizia. Fra le altre, una minaccia di morte gli era stata rivolta da un blogger islamico di nome Farabi Shafiur Rahman. In due manifestazioni svoltesi a Dacca, attivisti sociali e scrittori hanno denunciato che a 24 ore dall’omicidio “nessuno è stato ancora fermato o arrestato”.
L’assassinio rivendicato con un twitter
La polizia, che ha recuperato le armi del delitto, segue la pista di assassini islamici, confortata da una “rivendicazione” con un messaggio twitter da parte di qualcuno nascosto sotto la denominazione sconosciuta agli inquirenti di ‘Ansar Bangla 7’. Di questo è convinto anche il padre della vittime, Ajay Roy, un fisico universitario che ha presentato la denuncia al commissariato, accusando poi il partito islamico bengalese Jamaat-e-Islami di “complicità morale” con gli assassini. I media bengalesi, sgomenti, hanno ricordato oggi che questo omicidio si aggiunge ad una lunga lista di personalità della letteratura e della cultura uccise in Bangladesh negli anni scorsi, quasi nello stesso modo, senza che i colpevoli fossero mai stati arrestati e condannati. Fra di essi il leggendario poeta Shamsur Rahman nel 1999, lo scrittore Humayun Azad nel 2004 ed il blogger Ahmed Rajib Haider nel 2013. Il fatto che questi omicidi siano rimasti impuniti, ha commentato Shahriar Kabir, presidente del comitato anti-fondamentalista ‘Ghatak Dalal Nirmul’, “ha incoraggiato altri ad avventurarsi in attacchi come quello in cui ha perso la vita Avijit Roy”.