Svendonsi case di pregio: centrodestra contro l’ultima beffa di Marino

9 Feb 2015 15:00 - di Redazione

Non ne azzecca una. Dopo il progetto zoning che destinerebbe tre strade dell’Eur alla prostituzione, in spregio a sicurezza e diritti delle famiglie, il sindaco Marino passa alla “svendita” del patrimonio immobiliare del Campidoglio. «La giunta di Roma – denuncia il Giornale – vuole far cassa sbarazzandosi di 600 edifici, molti nel centro storico».

Vendita o svendita?

Alla giungla delle aste – che probabilmente partiranno in estate – finiranno circa 600 immobili del Campidoglio. Ne verranno alienati 571 tra appartamenti, locali commerciali, magazzini e cantine. Previsto un incasso di 308.838.820 euro. La delibera comunale 88/2013, che autorizza l’alienazione di una parte del patrimonio immobiliare di proprietà di Roma Capitale, arriverà martedì in assemblea capitolina per l’approvazione. Quello che più colpisce, tra i tanti discutibili aspetti di questa svendita, come rimarca il quotidiano diretto da Sallusti, la maggior parte degli immobili in vendita sono ubicati nel centro storico: 294 residenziali, 164 non residenziali e 3 misti. Il resto è distribuito negli altri Municipi.

Il danno e la beffa

E non è ancora tutto. Perché, come sottolinea il quotidiano di Milano, «come avvenne anche in passato, gli inquilini avranno un diritto di prelazione e la possibilità di acquistare le case in cui attualmente abitano con uno sconto del 30%, salvo che si tratti di immobili di pregio». Il che equivale ad elevare al quadrato la beffa di tutti gli altri proprietari di casa alle prese con mutui dolorosi e che hanno acceso in forza di un acquisito non facilitato.«Una reiterazione del privilegio – scrive infatti il Giornale – che consentirà a chi ha già pagato poco di affitto di fare strike e acquistare quegli stessi immobili con un enorme sconto. In sostanza uno schiaffo per i cittadini normali, quelli che hanno acquistato a prezzo di mercato e con infiniti sacrifici la loro abitazione e si apprestano ad assistere a un’operazione simile a quelle avvenute in passato a Roma di cui usufruirono anche ben noti esponenti della cosiddetta Casta».

La battaglia del centrodestra

E infatti, di «doppio schiaffo» e di «rischio svendita per fare cassa» «ha parlato il coordinatore regionale di Ncd, Roberta Angelilli», mentre destrutturandone le potenzialità economiche, «Roberto Cantiani (Ncd) ha fatto notare che l’ultima operazione di questo tipo effettuata da Veltroni portò alla vendita di oltre 1200 immobili per un introito di soli 150 milioni di euro». E mentre il coordinatore romano di FI, Davide Bordoni, ha denunciato che «finora abbiamo letto solo una lista di indirizzi», a sua volta Fabrizio Ghera di FdI ha fatto notare altri due apsetti negativi e incongruenti: «Il Comune di Roma fa pagare affitti irrisori, poi paga a privati affitti pesanti per alcune sue sedi. Inoltre quando Alemanno tentò una vendita simile il Pd si scatenò e si decise di fare marcia indietro. Cosa farà adesso il Pd in aula?».

 

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