Rifugiati in rivolta, nozze finte con i migranti, spaccio: l’Italia sprofonda

21 Feb 2015 12:14 - di Antonio La Caria

Una ragnatela incredibile. Da una parte rifugiati e migranti che si rendono protagonisti di violenze. Dall’altra, frange criminali che stipulano “patti” con gli extracomunitari, matrimoni combinati, spaccio di droga. E l’Italia sprofonda, con il governo Renzi che resta a guardare. Inerme.

La nuova rivolta dei rifugiati a Roma

Ancora nella zona Est di Roma, quella che ha prodotto già la rivolta dei residenti sia a Corcolle sia a Tor Sapienza. L’ultimo episodio si è verificato a Ponte di Nona, nell’albergo dato ai rifugiati a ridosso di uno dei centri commerciali più importanti della Capitale. Una notte di fuoco, finita con 13 ospiti del centro di accoglienza con la notifica di espulsione e 6 arrestati per resistenza a pubblico ufficiale. Si è scatenato tutto all’improvviso, prima con l’alta tensione e poi con reazioni violente. La Questura è stata contattata direttamente dagli operatori della cooperativa che gestisce il centro da una anno, l’Abc Eriches29. Da tempo un gruppo di tredici persone, mediamente di 25 anni, ospiti da un anno e provenienti da diversi paesi africani, avevano atteggiamenti che andavano contro il regolamento, insulti nei confronti degli operatori, atteggiamenti provocatori rivolto alle donne. Poi si aggiungevano le proteste dei residenti.

Al Nord legami tra delinquenti e migranti

Altro episodio di cronaca, stavolta a Varese. Tra le persone coinvolte nell’inchiesta di spaccio di droga c’era anche una donna italiana che ha fatto sposare la figlia di 23 anni con un marocchino e poi ha contratto a sua volta un matrimonio con un altro nordafricano. Il gruppo finito in manette, infatti, si occupava pure dell’organizzazione di “nozze fittizie” tra italiane e stranieri. I matrimoni fittizi (33 i casi accertati dal 2013) costavano agli “sposi”, quasi tutti pregiudicati che cercavano di ottenere un regolare permesso di soggiorno per poi trasferirsi in Italia, fino a 12mila euro. In cambio del denaro l’organizzazione si occupava della preparazione dei documenti, della cerimonia nuziale in Italia o in Marocco e anche del banchetto con alcuni finti invitati, per dare una parvenza di regolarità. Mettevano a disposizione, inoltre, alcuni appartamenti dove la coppia andava a vivere una volta celebrato il matrimonio, per poi separarsi dopo pochi mesi. Le donne italiane, nella maggior parte dei casi tossicodipendenti con grossi problemi economici, venivano pagate dall’organizzazione circa tremila euro in cambio della loro disponibilità a sposarsi con cittadini marocchini.

C’è un’espulsione: l’ucraino che svaligiò la casa di De Sica

Torniamo a Roma. A gennaio di tre anni fa fu sorpreso a svaligiare l’abitazione caprese dell’attore Christian De Sica ma, dopo essere stato arrestato e condannato per direttissima, tornò in libertà. Ora, sulla base delle attività a suo carico, è scattata l’espulsione dal territorio italiano per un 40enne ucraino, S.I.. Nell’abitazione della moglie sono stati trovati una pistola e attrezzi da scasso.

Commenti