Rampelli: la vendita del Colosseo Quadrato è un’offesa alla storia del ‘900

17 Feb 2015 18:46 - di Redazione

Il via libera alla vendita del patrimonio immobiliare, deciso ieri dall’assemblea degli azionisti dell’Eur Spa, e la salvaguardia dei posti di lavoro, sono al centro del question time del capogruppo di Fratelli d’Italia-An, Fabio Rampelli, al ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan. «Non si possono mettere a repentaglio – ha spiegato Rampelli – il patrimonio culturale italiano e i posti di lavoro per chiudere un’opera nebulosa, dai costi stellari, di cui l’archistar Fuksas dovrebbe rispondere in termini di danni erariali e che i soci del Mef e del Campidoglio avevano finanziato per realizzare un Centro congressi che fosse pari alla notorietà internazionale del Centre Pompidou e del Guggenheim Museum».

FdI: monumento inalienabile

Quella di Rampelli è una bocciatura totale del progetto di vendita di immobili all’interno di uno delle più rinomate zone della capitale. «Non ci conforta – ha tenuto ancora a precisare l’esponente di FdI-An – la rassicurazione del presidente (di Eur Spa) Borghini sul Colosseo Quadrato. Siamo contrari alla vendita di tutto ciò che fa parte del patrimonio razionalista, archivio e musei compresi, perché il pareggio economico è dato dalla gestione di questo patrimonio immobiliare che consente un’efficace manutenzione degli edifici e degli enormi spazi verdi. Si tratta di beni che non possono essere considerati nella disponibilità dell’Eur Spa in quanto vincolati da precise leggi. Sarebbe – ha concluso Rampelli – un oltraggio alla nostra memoria storica e culturale difficilmente spiegabile alla comunità italiana e internazionale vere cultrici dell’architettura monumentale del ‘900».

Colosseo Quadrato: Marino corre da Padoan

Dal canto suo, il sindaco Ignazio Marino non esce dal cono di ambiguità in cui si è rintanato dal momento in cui è divampata la polemica sulla vendita del Colosseo Quadrato.  Prima si è dichiarato disposto «ad alienare e a dismettere tutto ciò che riteniamo non essere importante per la missione del Comune» per poi specificare che «diversi immobili di Eur Spa, in virtù del valore storico, culturale e artistico unico», debbono «mantenere la destinazione d’uso originale». Su come riuscire a salvare capra e cavoli (vendita e conservazione della destinazione d’uso) Marino si è detto pronto «a riflettere con il ministro Padoan su ogni possibile soluzione sul tavolo, a cominciare da quella del conferimento degli immobili in un fondo pubblico».

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