Gasparri: troppe vicende oscure, stop al decreto sulle banche popolari

13 Feb 2015 14:44 - di Martino Della Costa

Da un lato il leader del Carroccio, Matteo Salvini, che chiede di resettare su «questa vicenda delle banche che in tutto il mondo significherebbe elezioni domani mattina» e che, contestando il decreto sulle Banche Popolari, è tornato a rilanciare dai microfoni di Radio Padania il concetto dell’«inopportunità che sul tema prendesse una decisione anche il ministro Maria Elena Boschi, il cui padre era vice-presidente della Banca Popolare dell’Etruria poi commissariata da Bankitalia». Dall’altro, il tweet del deputato di Forza Italia Luca Squeri che, all’“ingenuità” ribadita ai microfoni di Radio 24 dal ministro dell’Economia – secondo il quale la «speculazione sulle banche popolari» non sarebbe necessariamente «effetto del decreto» – ha replicato cinguettando ironicamente sul web che «sì, la terra è piatta e babbo Natale esiste».

Gasparri sul decreto

Nel mezzo, la dichiarazione affidata ad una nota da Maurizio Gasparri che, nel chiedersi «cos’altro aspetti Renzi a ritirare il decreto sulle banche popolari» dopo «la denuncia della Consob, il commissariamento della Banca dell’Etruria e ora anche l’inchiesta della Procura di Roma», sottolinea contestualmente come il governo abbia «commesso un vero e proprio abuso. Non c’erano – spiega il senatore azzurro – i presupposti di necessità e urgenza per giustificare un decreto. In questa materia serve una seria e lunga riflessione in Parlamento. Le manovre speculative sulle quali ora si sta puntando il faro potrebbero essere state alimentate proprio dall’annuncio del decreto». «Le inquietanti vicende di questi giorni – aggiunge Gasparri – alimentano i sospetti sul corretto operato del governo. Non solo si favorisce la colonizzazione del sistema creditizio italiano, ma è forte il dubbio che sia stato aiutato ad arricchirsi l’amico dell’amico o coperto il devastante buco di bilancio del Monte Paschi. Bisogna agire nella correttezza e nella trasparenza. Il ritiro del decreto – ha quindi concluso il senatore forzista – è l’unica strada per porre fine a una vergognosa speculazione».

 

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